domenica 26 giugno 2011

Oggi mi domando

Ennesimo week-end in guardia medica. Questa volta la doppietta sabato-giorno (10 ore) + domenica-giorno (12 ore) segue una settimana di ambulatorio mattutino (4 ore al giorno) condita da un meraviglioso turno notturno (12 ore).
Non devo lamentarmi, e non lo faccio. Avere tanto da lavorare è una benedizione, di questi tempi. E non sono nemmeno pagata male. Ho scoperto, con orrore, di guadagnare più della maggior parte di amici e parenti, che si fanno un mazzo tanto da dieci anni. La contentezza per la mia prima busta paga è condita anche da un amaro senso di colpa, nei confronti di tutto il mondo dei precari (come me) italiani, che tirano avanti (se va bene) con 500 euro al mese.
Perchè, in effetti, il mio non è un lavoro veramente faticoso. Faccio le notti, ma alla fine non sto sveglia tutta la notte: le chiamate sono poche. Lavoro nel weekend, quando gli amici se ne vanno al mare, ma durante la settimana sono spesso libera di stare a casa. Certo, le responsabilità sono tante. Se faccio qualche cazzata la gente sta male. Se faccio qualche C.G. (Cazzata Grossa) la gente rischia di morire, però non è che passo tutto il tempo a salvare vite umane. Il più delle volte si tratta di prescrivere farmaci, misurare pressioni e curare mal di gola.
I soldi che guadagno non penso di rubarli. Ma come me, in questo Paese allo sfascio, quanta gente c'è che i soldi se li merita, epperò viene derubata dai datori di lavoro?
C'è chi comincia a lavorare a vent'anni, e ci mette 16 anni per avere uno stipendio decente.
Io a vent'anni studiavo. Anche a 30. E anche a 35. Ho firmato il mio primo contratto a 36 anni. E lo stipendio decente l'ho preso da subito. Qual'è la differenza tra questi due trentaseienni? Con GF abbiamo fatto tante volte questo discorso: la mia è stata una scelta azzeccata? Oggi posso dire che, tutto sommato, sì, ho fatto bene quel che ho fatto. L'investimento di 16 anni di studio in più ha ripagato me in termini di prospettive. Per quanto anche il panorama della sanità in Italia sia veramente desolante (rispetto a quasi tutto il resto d'Europa), io probabilmente un giorno avrò uno stipendio più-che-decente, mentre chi ha cominciato a 20 anni non avrà altrettante possibilità di avanzamento. [Per correttezza, devo ammettere che studiare per così tanto tempo è stata sì una mia scelta, ma ho anche avuto la fortuna di nascere in una famiglia che mi ha supportata.]

Epperò. Chi, come me, ha studiato tanto, ha fatto università, master, dottorati e quant'altro, ma si ritrova disoccupato o a lavorare in un call-center? Ecco, io nei confronti di queste persone mi sento in colpa. Non ce n'è ragione, lo so, perchè non sono io a rubar loro il futuro, però mi sento in colpa lo stesso.



Quando poi queste persone che hanno studiato tanto, hanno lavorato e lavorano tanto ma guadagnano due lire non trovano posto per i loro figli nell'asilo nido comunale perchè il loro reddito è troppo alto io mi sento dimmerda. Perchè Fagiolina al nido l'anno scorso ha trovato posto.  E, anche se non me lo dicono, lo so che a queste persone io gli sto un po' sulle balle: guarda 'sta stronza che fa il medico e la figlia è pure entrata al nido, ma che maialate avrà fatto per riuscirci?
E' capitata in un'annata in cui c'erano un sacco di posti, ed è entrata.
Ma è giusto che il mandare i figli al nido sia una questione di fortuna? Una questione di "giusta annata", come se si trattasse di un vino?
Ma che Paese è questo, dove nel nostro Comune, 35.000 abitanti, gli asili pubblici offrono sì e no 10 posti?

3 commenti:

  1. leggendolo cosí, sí, ti direi, ma guarda questa! peró ci penso, e ti dico, nessuna colpa, anzi. io ho studiato, mi son laureata, ma non avevo i soldi per un master, né la possibilitá di un dottorato, giá che il docente della tesi non mi aiutava. cosí son andata a lavorare all'estero, e per mantenermi ho accettato il lavoro che veniva. che dire, son contenta? ho lasciato un lavoro che poteva darmi molto, ma non mi avrebbe mai permesso di far figli tranquillamente. un'altro lavoro mi voleva ferma per 3 anni nello stesso posto, cosa per me impossibile solo da pensare. ecco, io ho fatto la mia scelta, come tu la tua. e non mi sento in colpa, anche se lo ammetto, con certe persone penso che fortunelli, chissá come han fatto. oltre alle scelte, a vari fattori-una famiglia che ti aiuta, il posto giusto, il momento giusto-bisogna anche pensare che solo noi siamo fautori del destino, e che se studi per 16 anni e finisci a far un lavoro malpagato e denigrante forse te lo sei anche voluto. non nel senso cattivo, bisogna capire le mie parole, ma puó essere che é arrivato un momento che hai preferito fermarti invece di continuare a "lottare" per quello che davvero si vuole. quindi non sentirti in colpa se ti piace il tuo lavoro, guadagni bene, e sei pure felice. anzi, sentiti soddisfatta di quello che hai, perché certo, avrai avuti gli "aiuti" giusti, ma sei tu che ci hai anche messo il cervello!! quindi complimenti per le tue scelte ;)

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  2. @Selena : grazie! Devo anche dire che durante gli studi ho fatto innumerevoli lavori x non gravare economicamente sui miei: dalle ripetizioni al baby-sitting, dalla vendemmia alla consegna degli elenchi telefonici, da segretaria a promotrice di cosmetici ... X poter vivere fuori lavoravo di notte e frequentavo l'ospedale di giorno. A trent'anni tutti i miei amici avevano la propria auto, io l'ho comprata l'anno scorso. Ho avuto Fagiolina a 34 anni suonati. Ma ho scritto questo post x esprimere la mia indignazione nei confronti di questa societá non meritocratica, dove anche chi si impegna al massimo non ottiene risultati, deve affidarsi a -boh?- la fortuna o il caso o alla benevolenza del politico di turno. Questo. lo trovo parecchio ingiusto.

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  3. giá, concordo in pieno, anch'io come te vari lavoretti durante gli studi, e poi ti ritrovi, nel mio caso, con niente. ma vabbé, ho la soddisfazione personale. comunque ripeto, tu non sentirti affatto in colpa, anzi, vanne fiera.
    in quanto alla macchina...emm, comprata a 28 anni, qui in spagna! e il bimbo venuto per caso quando ne avevo 31, ossia, non programmato, e comunque ho dovuto scegliere, anni fa, se volevo una carriera o una famiglia. ho scelto la seconda, che poi attualmente abbia un ex patner, e me ne debba tornare dai miei, é solo perché vivo all'estero! ma del pupetto son contenta!

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