Ieri sera Fagiolina mi ha chiesto di raccontarle la fiaba di Cenerentola.
"C'era una volta una bambina che si chiamava Cenerentola. Cenerentola viveva in una grande casa insieme alla matrigna e due sorellastre cattive e brutte, che le davano un sacco di ordini e la facevano sgobbare tutto il giorno. Cenerentola invece era bella e brava, ma era anche un po' tontolotta perché, se si fosse data una svegliata, avrebbe preso matrigna e sorellastre a pedate e le avrebbe sbattute fuori di casa, che -ricordiamocelo bene- era di sua proprietà, e non di quelle racchie. Ma purtroppo Cenerentola aveva preso dal padre, pure lui parecchio rimbambito, visto che avrebbe potuto fare un bel testamento con tutti i crismi e dare alla figlia un futuro sereno, invece di sposare la prima vedova che le capitava a tiro e morire subito dopo. E così Cenerentola lavava, stirava, puliva i pavimenti e cucinava a gratis tutti i giorni per la sua famiglia. Insomma, un po' come tutte noi. Per essere più felice faceva grande uso di trielina, ammazzando i pochi neuroni di cui la natura l'aveva dotata, ma -per contro- cantando alle bolle e parlando coi topi.
Un bel giorno arrivò dal palazzo reale l'invito ad un ballo: anche Cenerentola voleva andare e chiese il permesso alla matrigna, che tanto per ridere le disse di sì, ma intanto aveva già prenotato una carrozza a tre posti. I topi le prepararono un bel vestito, ma evidentemente era di scadente fattura (cosa vuoi pretendere da dei topi?), visto che si strappò alla prima litigata con le sorellastre. E Cenerentola che fece? Invece di mollare un paio di schiaffi a quelle streghe se ne rimase lì a piangere di quanto era sfortunata. La storia si stava un po' incartando, quando arrivò il Deus-ex-machina: la Fata Smemorina, che in men che non si dica trasformò Cenerentola in una Velina da sballo e la fece andare alla festa.
Cenerentola ballò tutta la sera col Principe, senza manco presentarsi, scambiare -che so?- due chiacchiere: no, loro niente, ballavano e ballavano e ballavano che sembravano ad un rave. Il Principe pure lui non era una cima (colpa di secoli di incroci tra reali, che, si sa, sono tutti consanguinei) e forse s'era strombato un po' troppo, perciò quando Cenerentola a mezzanotte se ne scappò via perdendo una scarpetta, non si ricordava nemmeno la faccia di colei della quale era perdutamente innamorato. Decise però di sposare la prima che fosse riuscita ad infilare la scarpetta: tanto che importa che una sia intelligente, simpatica, o per lo meno bella? No, anche la peggior cessa incapace e scema può andar bene, l'importante è che abbia il piede giusto per il nostro Feticista di sangue blu.
Il Principe si girò tutte le case del regno per trovare il possessore del suddetto piede (uomo, donna, animale o tavolo), finchè arrivò alla casa di Cenerentola. Le sorellastre provarono e riprovarono ad infilare i loro piedoni nelle scarpe, ma si sa che cattivo e antipatico fa rima con piede grosso, e perciò niente da fare. Cenerentola invece, che si era appena ripresa dalla nottata di allucinogeni, se ne arrivò bel bella con l'altra scarpina e il Principe che fece? Invece di pensare: “ah, c'ha l'altra scarpina, quindi è lei!”, gliela provò e -guarda caso!- le andava giusta.
Fu così che i due si sposarono, Cenerentola finalmente sbattè fuori di casa matrigna e sorellastre e andò a vivere al castello col Principe. Il quale ci provò pure lui a farle fare la brava donnina di casa che lava, pulisce, cucina e fa i figli, ma Cenerentola col cazzo che ci ricascava. Per cui si fece comprare il Roomba e pure lo Scooba per pulire e lavare i pavimenti e passava tutto il giorno a trincare Martini e a prendere il sole col costume leopardato sul bordo della piscina reale.
Fine.”
A Fagiolina è piaciuta molto.
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