lunedì 30 settembre 2013

Tutto come allora

Oggi è stata una giornata lunghissima. Farmi un giro alla segreteria dell'Università è stato illuminante e devastante allo stesso tempo: a 11 anni dalla laurea nulla è cambiato.
La segreteria è nello stesso posto di allora, malgrado nuovi edifici universitari siano sorti come funghi intorno a quello che frequentavo io. Arrivata lì ho trovato le stesse file disordinate ed inutili, gli stessi sguardi vacui, lo stesso parcheggio-labirinto, incomprensibile e inservibile, la stessa ottusità generalizzata.
Il corridoio era pieno di ragazzi. Ce n'era uno, probabilmente uno studente che stavo svolgendo le sue 150 ore che dava i numeretti per la fila. E poi chiamava i numeri. Cioè. Faceva la macchinetta distribuisci-numeri umana. Era pagato per questo. E pure per fare il display umano dei numeri. Gli chiedo il numero, poi mi sorge un dubbio, e gli chiedo se quello è lo sportello giusto per le mie necessità.
"Noooooo, qui è per le lauree triennali, lo sportello per te è quello centrale"
"E il numero dove lo prendo?"
"Per lo sportello centrale non c'è il numero, devi fare la fila"
"Ah, e quale fila?"
"Quella!" e mi indica un ammasso disordinato di ragazzi, in cui non si distingue minimamente un inizio e una fine.
Per fortuna c'era una ragazza orientata e vigile che mi ha detto:
"Signora, io sono l'ultima, e davanti a me ci sono lei, lei e lei (indicandomi teste a caso nella massa di gente"
Dopo 11 anni ci vogliono 3 ore per presentare una domanda che in un Paese civile sarebbe stato facilissimo presentare online, ci vogliono 30 giorni per ottenere dei documenti che in un mondo normale si ottengono in pochi minuti. Per non parlare dei 32 euro di marche da bollo. E' stato comunque illuminante: così non va. Proprio no.
E che sospiro di sollievo a pensare che non faccio più parte di quel mondo. Che quei tempi di file, di dubbi irrisolti, di contatti fastidiosi con segretarie svogliate e professori scocciati sono finiti.
Gli studenti in fila mi chiamavano signora.
"Signora, lei che deve fare?"
Fagiolino era la star del corridoio.
Ho, per un attimo, buttato un occhio curioso agli orari delle lezioni.
Aahh, che sospiro di sollievo.
Io con questo fastidio ho chiuso tanti anni fa!

sabato 14 settembre 2013

Pancakes di farro integrale (ricetta vegan)

Da qualche settimana ho deciso di dire addio ai biscotti per la colazione: semplicemente mi sono proposta di non comprarne più. I miei figli (e anche un po' GF) quando vedono i biscotti industriali sembrano dei drogati, cominciano a mangiarli e non si fermerebbero mai, tocca strapparglieli dalle mani. Ogni occasione sembra buona per aprire il cassetto e mangiarseli, e alla fine non ci sono più colazioni, merende o spuntini: diventa uno sgranocchiare continuo. Niente di più letale per la glicemia, per la salute dei denti e per il peso forma. E poi non voglio che prendano questa brutta abitudine di stare a mangiucchiare continuamente. La colpa sta essenzialmente nella quantità esagerata di zuccheri semplici (sciroppo di glucosio e simili) presente nei biscotti industriali: creano un picco glicemico troppo alto e troppo repentino, che causando iperinsulinemia si esaurisce in troppo poco tempo lasciando posto ad un'ipoglicemia che conduce subito al desiderio di compensare mangiando di nuovo dolci. A parte la spiegazione scientifica, io non ne mangio da diverso tempo, e sarà che mi sono disabituata, ma trovo la consistenza e la dolcezza di questi prodotti veramente stucchevole. Per non parlare poi dell'odore di cocco che si sente ad annusarli con attenzione; in effetti olio di cocco e olio di palma la fanno da padroni nel 99% dei biscotti che si trovano in commercio (dietro la scritta "oli vegetali" ci sono sempre questi oli di scarsa qualità). Poco importa il brand o la marca, sono tutti simili, andate a controllare la lista degli ingredienti. E anche i costosissimi biscotti bio che si comprano nei negozi di prodotti naturali non fanno eccezione: ci sono sì farine integrali e zucchero di canna, ma oltre ad una piccola percentuale di oli e grassi di buona qualità ci sono sempre diciture sospette: grassi vegetali (grasso=solido olio=liquido... però in natura non esistono, che io sappia, grassi solidi vegetali!) o aromi non specificati. I cosiddetti biscotti "senza zucchero" sono invece preparati con un sacco di dolcificanti chimici (acesulfame, ciclammato, asparti vari) o derivati di altri dolcificanti (maltato di...).
In conclusione: non c'è alternativa. I prodotti per la colazione è meglio prepararseli da sè, cercando di usare ingredienti di qualità. Io scelgo quali e quanti ingredienti mettere, cercando di prediligere grassi vegetali, farine biologiche e integrali, zuccheri a lento assorbimento, uova bio (delle nostre galline!). Se poi ci metto il burro anzichè l'olio, o lo zucchero bianco anzichè lo zucchero integrale mi sembra sempre una soluzione migliore degli ingredienti di dubbia origine dei prodotti industriali. A me piace anche pane e marmellata, ma GF non gradisce più di tanto, e allora cerco di arrabattarmi con ciambelloni, plum cake, muffins o biscotti.

Oh, poi ci vuole sempre buon senso. Tengo una scatola di biscotti nascosta in uno scaffale in alto per le emergenze: se un giorno non faccio in tempo a preparare nulla non lascerò comunque nessuno a bocca asciutta! Oppure una volta ogni tanto posso pure passare al forno e comprare un pezzo di crostata!

Ieri è stato uno di quei giorni in cui non ho fatto in tempo a preparare nulla. Stamattina, al ritorno dal turno notturno di guardia, ho preparato in 5 minuti questi pancakes:

PANCAKES INTEGRALI DI FARRO

Ingredienti per 3 persone:
-5 cucchiai di farina integrale di farro bio
-2 cucchiai di zucchero integrale di canna bio
-2 cucchiai di olio di semi di mais
-1 cucchiaino di cannella in polvere
-1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio
-latte vegetale (di riso, di soia, di avena... quello che avete) quanto basta

Mischiate in una ciotola tutti gli ingredienti secchi, poi aggiungete l'olio e infine il latte poco a poco fino ad ottenere una pastella liscia e senza grumi.
Spennellate d'olio (giusto un cucchiaino) una padella antiaderente e fatela scaldare bene. Preparate i pancakes uno alla volta versando un mestolo di pastella nella padella e facendo cuocere un minuto per parte.

Io ci ho spalmato sopra un velo di malto (ma ci sta bene il miele o qualsiasi marmellata, o anche la frutta a pezzetti, o cioccolato a scaglie) e li ho accompagnati col mio solito tè mattutino. Bbboni!

Non avete tutti questi ingredienti bio e integrali? Niente paura: vengono bene anche con altre farine, zucchero bianco e o altro latte; usate un olio leggero, l'olio di oliva per i miei gusti è troppo saporito. Fateli con ciò che avete in casa, saranno comunque migliori di prodotti industriali con ingredienti misteriosi. L'unico inconveniente di questi pancakes, che contengono pochi grassi e non hanno le uova, è che sono molto appiccicosi, e che nonostante la padella antiaderente si attaccano facilmente al fondo. Un po' di pazienza, una buona paletta e si riesce comunque a girarli!
Buon appetito!



mercoledì 11 settembre 2013

L'inserimento che non c'è.

Beh, Nanetto si trova così bene nella nuova scuola che praticamente il famigerato inserimento non c'è stato. Niente orari centellinati, niente mamma su una panchetta ad osservarlo prendere confidenza, per non parlare di pianti o lagne: nada. Ha preso il suo cappello e la sua borsetta (sì, gli piace una borsetta che ho cucito) e si è buttato a giocare. Punto.
Facilissimo.
Per adesso va così, forse la prossima settimana la novità sarà meno nuova e magari gli verrà nostalgia di casa, ma per ora mi godo questa sua assoluta serenità.

Metto qua una foto scattata da I., mamma di una bimba che ha iniziato questa avventura con Nanetto. E questo è il suo commento:

"Là in mezzo al bosco c'è una casetta che si chiama Serendipità ed è la scuola di 15 nanetti fortunati. Se provi a chiedere cosa fanno ti rispondono :" abbiamo raccolto l'uva,dato la caccia ai grilli e pitturato il legno". Questa è la scuola più bella del mondo!!!"



E io sono d'accordo!

lunedì 9 settembre 2013

Si comincia e si ricomincia - Una scuola tradizionale e una scuola libertaria

Da ormai una settimana Fagiolina ha ricominciato a frequentare la scuola dell'infanzia. Ultimo anno. Che impressione... mi sembra ieri che titubante entrava nell'atrio di quella che 35 anni fa fu anche la mia scuola materna. Ormai lo sguardo è fiero e il passo è sicuro, al primo giorno di scuola la pausa estiva era già alle spalle, semi-dimenticata. Alla fine dello scorso anno però aveva dato parecchi segni di cedimento, tante piccole scuse per far sempre più tardi alla mattina, tanti sospiri a colazione, tanta voglia di restare a casa. La Fagiolina però è una dura, prova a tirarsi indietro, ma non recalcitra troppo, accetta il suo destino, stringe i denti e ricomincia ad andare avanti senza una lacrima. Fagiolina sta bene a casa con noi e i suoi fratellini, non ha sofferto la noia dell'estate o la malinconia degli amichetti. Alla nostra richiesta: "sei contenta di tornare a scuola o preferivi restare a casa?" Ha risposto "preferisco stare a casa, perchè a scuola non ci sono i boschi." E che si può rispondere a questo? Solo un "Hai ragione amore mio. Non posso darti torto". Però poi devi anche dirle che a scuola si imparano tante cose, che si può giocare con la sua amica E., che rivedrà la sua maestra preferita A. Fagiolina fa un sospiro e va avanti. Non si guarda indietro e ricomincia un nuovo anno.
Ah, sì.
Quest'anno la lista delle cose da portare prevedeva anche l'astuccio con le matite e i colori e il temperino e la gomma. Insomma, l'astuccio da grandi. Oggi siamo andati a comprarlo. Però non abbiamo fatto tante cerimonie, non abbiamo enfatizzato troppo. Fagiolina a casa aveva chiesto di avere l'astuccio della Barbie, al supermercato invece ha scelto quello di Minnie. Astucci no-brand non esistono. Tocca scegliere tra gattine senza bocca e tutta quella gamma di zoccole fashion declinate in fatine o mostre o travestiti siliconati che va tanto di moda tra le cinquenni (!). La nostra Fagiolina, che non ha la tv a casa e quindi non è completamente irretita da pubblicità o dallo spirito di emulazione, è stata brava e saggia: niente capricci, niente richieste assurde, niente civetterie modaiole. Minnie, col suo fascino vintage, mi è sembrata la cosa più innocua che c'era, e lei ha scelto proprio quella. Bene.

Domani grande giorno anche per Nanetto.
Comincia per lui, e per noi, una nuova avventura. Non ne ho parlato sul blog fino ad ora, ma qua son cose grosse. Nel nostro paesello parte un esperimento che non ha pari in Italia: una scuola dell'infanzia libertaria e montessoriana, che si chiamerà Serendipità. Nanetto sarà uno dei 15 fortunati bambini a frequentarla. La gestazione di questo progetto, che ci ha coinvolto molto sul piano pratico e moltissimo sul piano emotivo è stata lunga e piena di imprevisti. Fin da febbraio stiamo facendo riunioni con gli altri genitori e soprattutto con Emily e Veronica, le educatrici, le ideatrici e anime del progetto. Le peripezie che ci hanno portato fin qui sono state tante: la scuola inizialmente doveva prendere vita in 3 yurte, ospitate nel campo di un agriturismo/azienda agricola. Poi il finanziatore del progetto, a 3 mesi dall'inizio della scuola, si è improvvisamente tirato indietro e ha lasciato tutti con un palmo di naso. Giorni febbrili a cercare una nuova location, giorni di dubbi ("ce lo mandiamo, chi ci mandiamo, solo Nanetto, anche Fagiolina, ma sì, ma no, ci piace ma è troppo incasinato, ma l'altra scuola non ci piace, ma Nanetto ci si troverebbe bene, ma Fagiolina ha bisogno di regole..."), giorni di lotte e discussioni con la nonna, contrarissima a questa scuola dall'aria frikkettona, notti di incubi, notti di pensieri entusiastici. Alla fine la perseveranza e l'entusiasmo di Emily e Veronica (che in questo casino ha pure avuto un bimbo!), ci hanno traghettato verso una casetta in campagna che 2 mesi fa sembrava un magazzino e che invece adesso è un bellissimo asilo. Lo spirito è stato quello della collaborazione, del riciclo, del riuso. Tutto autogestito e autofinanziato, non è stato chiesta una lira alle banche. Durante l'estate c'è chi ha piantato una tenda nel giardino della casetta e si è speso anima e corpo (soprattutto braccia) per ristrutturare la casa, il giardino, il campo. Noi abbiamo fatto veramente poco, purtroppo, ma le nostre risorse (fisiche e di tempo) ultimamente sono tutte impegnate per la mera sopravvivenza; però abbiamo cercato di dare sostegno morale.
I bambini staranno moltissimo all'aperto, ci saranno gli animali, forse un anche un pony, ci sarà l'orto, ci sarà da correre nel campo e da sporcarsi col fango, ci sarà da preparare il pranzo tutti insieme, ci sarà da apparecchiare, ci sarà da fare musica e da ascoltare storie. Ci sarà da decidere che giochi fare, ci sarà da scegliere se e cosa imparare. Ci saranno tempi lenti, silenzi, riposo. Non ci saranno premi, non ci saranno punizioni, non ci saranno obiettivi da rincorrere, non ci sarà la fretta. Staranno tutti insieme, 15 bambini dai 3 ai 6 anni, e ognuno potrà dire la sua.
Si respira una bella atmosfera con le altre famiglie in questa nuova scuola: noi ci sentiamo molto coinvolti, mille volte di più che nella scuola di Fagiolina. Nanetto sembra contento di andare: lo abbiamo portato spesso agli incontri o solo per fare un saluto, in modo da farlo familiarizzare con l'ambiente e le persone. Ieri lo abbiamo visto completamente affabulato da Emily, che gli leggeva un libro: steso su un materasso, dito da ciucciare, la ascoltava in adorazione. Mi sembra che le premesse per un buon anno ci siano tutte. In bocca al lupo Nanetto!

Qua Emily parla della scuola Serendipità:
http://www.anconatoday.it/cronaca/progetto-serendipita-intervista-emily-mignanelli-ancona-2013.html
http://snacksofmarketing.wordpress.com/tag/scuola-libertaria/

Per saperne di più sulle scuole libertarie:
http://www.educazionelibertaria.org/
http://scuolalibertaria.blogspot.com/
http://it.wikipedia.org/wiki/Summerhill_School