martedì 26 novembre 2013

Menù e spesa per 4 a meno di 80 euro a settimana: 25 novembre-1 dicembre

Nuovo menù settimanale. Le regole dei miei menù sono sempre le stesse; ribadisco che non indico la frutta, che consumiamo a tutti i pasti (ne compro 4-5 chili la settimana, e comunque i bambini la mangiano pure all'asilo) e le merende, composte generalmente da yogurt o frutta. Per le colazioni preparo io torte, ciambelloni o biscotti. Spesso il pane lo preparo io, e cerco di preparare la sfoglia per le torte salate.

Da questa settimana mi sono data un nuovo obiettivo: cucinare una sola volta al giorno, a pranzo. Vorrei preparare sia pranzo che cena, insieme, e poi la sera riscaldare ciò che ho preparato il giorno (quando il piatto lo permette, ovviamente), oppure semplicemente terminare la cottura (gratinatura finale, cottura delle polpette già preparate, ecc...). In questo modo sporcherei i fornelli e i piani una sola volta e mi permetterebbe di risparmiare tempo. Vediamo come va.

MENU' SETTIMANALE 25 NOVEMBRE - 1 DICEMBRE

GIORNOPRANZOCENA
LUNEDÌPenne alla zuccaCurry di lenticchie accompagnato da riso integrale
MARTEDÌPolenta al sugo di pomodoroTortino di sarde accompagnato da insalata mista
MERCOLEDÌPasta con le sardeZuppa ceci e castagne
GIOVEDÌCrostoni di pane con pomodoro origano e mozzarellaCavolfiore saporito
VENERDÌOrzotto ai broccolettiPolpette di lenticchie
SABATOGnocchi di semolino ai funghi Torta salata di cipolle e olive
DOMENICATortellini in brodo vegetaleZuppa di cipolle gratinata alla francese

RICETTE:
CAVOLFIORE SAPORITO
Sbollentare brevemente un cavolfiore, scolarlo e tagliarlo a pezzetti. In una padella ampia far soffriggere aglio e un filo d'olio, aggiungere una salsiccia sbriciolata e un po' di passata di pomodoro. Dopo 5 minuti aggiungere il cavolfiore, far cuocere 10 minuti, aggiustare di sale e pepe. Infine aggiungere olive nere e far insaporire altri 5 minuti. Servire con crostini di pane.

TORTINO DI SARDE
Pulire e diliscare le sarde, aprirle a libretto e adagiarle a coprire completamente il fondo di una teglia; cospargere con abbondante pangrattato, irrorare con olio e succo di un limone, spolverare con origano. Cuocere 15 minuti in forno fino a che la superficie non risulti dorata.

SPESA:
Tortellini freschi: 700 g
Cipolle: 1 kg
Asiago: 200g
Zucca: 300g
Lenticchie secche: 500g
Riso integrale: 200g
Castagne: 300g
Ceci secchi: 500g
Sarde o alici: 700 g
Insalata: 1 cespo
Farina per polenta
Pelati: 2 barattoli
Salsiccia: 1
Olive: 2 barattoli
Mozzarella: 1
Orzo: 300 g
Broccolo: 1
Semolino: 300g
Funghi: 300g


venerdì 15 novembre 2013

Prepariamoci al Natale!

Qualche giorno fa mi è stato chiesto di scrivere un articolo sulle decorazioni natalizie per un portale dedicato alle mamme. Come al solito mi sono fatta prendere dall'entusiasmo e mi è venuto fuori un trattato! Se volete visitare il portale e leggere il nostro articolo (in versione sintetica), andate qui. Se avete un po' più di tempo, leggete qua sotto! :-)

Passata la Festa dei morti, o dei Santi, o Halloween, o Dia de los muertos o come la volete chiamare, ecco che si è catapultati nel clima natalizio. Le luminarie, che una volta si installavano tassativamente l'8 dicembre, cominciano a comparire qua e là. Cominciamo anche noi a pensare alle decorazioni e ai regalini di Natale: visto che ci piace il fatto a mano, bisogna organizzarsi per tempo. Ecco qualche idea trovata qua e là sul web: molte sono talmente facili che si possono realizzare con i bambini durante un pomeriggio di pioggia. Ho scelto lavori da fare con materiali semplici, possibilmente riciclati e con strumenti alla portata di tutti. Cinque gruppi di idee, in ogni gruppo un suggerimento per negate, per simpatizzanti o per esperte dell'handmade.

Calendario/corona dell'avvento

1-per negate

http://www.lacasanellaprateria.com/2012/11/il-calendariocorona-dellavvento/#more-8684
Mi piace molto quello che scrive Claudia : anche per me il senso dell'Avvento è quello dell'attesa e non quello del "regalo". Con questa corona dell'Avvento, semplicissima, il regalo quotidiano è l'accensione di una candela, il senso del tempo è dato dalla forma a spirale. Il mio suggerimento: dipingetela insieme ai bambini e decoratela, se volete, con rami di abete, piccole pigne e fiocchi rossi: a Natale sarà anche uno splendido centrotavola.

2-per simpatizzanti
http://www.marthastewart.com/270492/baby-sock-advent-calendar?lnc=2a5962af4e2ee010VgnVCM1000003d370a0aRCRD&rsc=taxonomylist_crafts_christmas-garlands
Non so voi, ma io credo che nella mia lavatrice ci sia una porta dimensionale attraverso la quale scompaiono i calzini dei bimbi: mi ritrovo con mucchi di calzini spaiati che non ho il coraggio di buttare nella speranza del ritorno dei compagni. Ecco il calendario dell'avvento per me!
Attaccate i vostri calzini con mollettine in legno su un nastro di passamaneria e il gioco è fatto. Il mio suggerimento: potete scrivere i numeri direttamente sul calzino con un pennarello per stoffe o -ancora più semplice- scriverlo sulle mollette.

3-per esperte

http://www.greenkitchen.com/blog/2008/11/solstice-calendar-work-in-progress.html
E vabbè, questo qua è meraviglioso! Se siete dotate di macchina per cucire e di tanta pazienza, ecco un'idea magica. Il mio suggerimento: i sassi alla base potrebbero diventare delle piccole tasche (i numeri possono essere ricamati o semplicemente disegnati con un pennarello per stoffa) e l'albero potrebbe essere un abete: ci sono tutti gli elementi per sognare!
Ghirlande 

1-per negate

http://www.tempodicottura.it/2008/12/17/una-ghirlanda-di-caramelle-vi-da-il-benvenuto-a-casa-mia-in-questi-giorni-di-festa/
Uh mamma! non sono una fanatica delle ghirlande natalizie, ma questa mi sembra irresistibile, e lo sarà ancora di più per i bambini! riuscirete a realizzarla insieme a loro o si mangeranno tutto ancor prima di finire? Il mio suggerimento: al posto delle caramelle si possono anche mettere cioccolatini, popcorn o... marshmallows!

2-per simpatizzanti

http://homemadebyjill.blogspot.it/2010/12/holiday-cheer-book-wreath.html
Siete grandi lettori/lettrici? o amate la musica? allora questa corona realizzata con pagine di libro o con spartiti musicali è quella che fa per voi!


3-per esperte
'was eigenes': Christmas Crafting: DIY Weihnachts-PomPom-Kranz made by  lovely  @Bine Guellich {was eigenes}
http://www.waseigenes.com/2011/11/25/christmas-crafting-diy-weihnachts-pompom-kranz/
Chi non sa fare i pompom? mi piace questa ghirlanda così fluffy, anche se per noi italiani il rosso bianco e verde fa un po' effetto "mondiali di calcio". Il mio suggerimento: usate allora tutti quegli avanzi di lana che vi gironzolano per casa e avrete una creazione supercolorata! Mi raccomando, fatela bella piena e con pompom di varie dimensioni; la base rotonda in polistirolo potete acquistarla negli store di bricolage. Incollate i pompom sul polistirolo.

Decorazioni da appendere
1-per negate












http://www.michelemademe.com/2011/07/twiggy-christmas-trees-in-july.html
Alberelli minimal. Divertiamoci con trapano e seghetto! Visitate tutto il sito: tantissimi tutorial originali e a costo zero!

2-per simpatizzanti

http://www.79ideas.org/search/label/Christmas?updated-max=2009-12-14T21%3A52%3A00%2B01%3A00&max-results=20#.Un_PkXBg-So
Fil di ferro, feltro rigido e un paio di forbici. Semplice ma di grande effetto.

3-per esperte

http://www.allthingspaper.net/2011/11/quilled-snowflake-patterns.html
La mia ultima passione è il paper quilling. Nessun'altra tecnica riesce a catturare così bene la delicata bellezza dei fiocchi di neve. Con un po' di pazienza e il tutorial giusto anche le forme più complicate possono prendere vita e diventare delle decorazioni uniche per il vostro albero.

Alberelli di Natale
Che ne dite di realizzare un alberello per la vostra scrivania, o un segnaposto per il cenone, o una decorazione per il davanzale della finestra?
1-per negate

Dal libro "Fa la la la Felt" di Amanda Carestio.
Un alberello di Natale che vi permette di liberarvi in un sol colpo di tutti gli avanzi di feltro che circolano per la vostra casa. Si tagliano in cerchi di dimensioni decrescenti, si impilano e si cuciono tutti con un unico punto, si decorano con una stellina, o un fiocchetto in cima. Il mio suggerimento: perché non provare anche con avanzi di stoffa colorata o vecchi pezzi di pile?

2-per simpatizzanti
2010-papertree.jpg
http://juriannematter.blogspot.it/2010/11/diy-free-downloadable-paper-trees.html
Carina l'idea di questi muffin-alberello: dolci o salati, potrebbero essere un simpatico segnaposto per il pranzo di Natale!

3-per esperte

http://fr.123rf.com/photo_15048863_arbre-de-noel-de-bande-de-papier-enroulee.html
Dei tanti alberi e alberelli in carta che si possono trovare sul web: provate a digitare "paper christmas tree" su google immagini. Il mio suggerimento: questo mi è piaciuto perché si potrebbe realizzare, con un pochino di estro, a partire dai rotoli di carta igienica. Tagliateli, srotolateli, dipingeteli (con colori acrilici, che sono coprenti e brillanti), riarrotolateli, assemblateli e incollateli: voilà!

Varie
1-per negate

http://www.piccolini.it/post/89/lanterne-natalizie/
Sempre Claudia Porta ci spiega come realizzare queste suggestive lanterne natalizie riciclando una scatola di cartone. Un'idea facile facile da realizzare con i bambini.

2-per simpatizzanti

http://www.tempodicottura.it/2011/11/21/oggi-si-costruisce-il-villaggio-di-natale/
Il villaggio di biscotti e cioccolata può essere un centro tavola o, in monoporzione, un goloso regalo. Io li realizzai con wafer, biscotti al cioccolato, gallette di riso, quadretti di cioccolato bianco, la neve di zucchero a velo e i sassolini del sentiero con riso soffiato. Come collante usate un pochino di cioccolato fondente fuso. Un vero successo!

3-per esperte
Dried orange garlands for Christmas
Un evergreen: arance essiccate e cannella. Ma come resistere a quel profumo meraviglioso? Fatene ghirlande, festoni, centrotavola, decorazioni per l'albero. Il mio suggerimento: mi raccomando, evitate l'effetto "riciclo i fondi di dispensa" con quegli spaghi squallidini da cui pendono altrettanto tristi fettine arancioni. L'importante è che siano ricche, piene, colorate: aggiungete fettine di mela essiccata, nastri rossi, rametti di abete, peperoncini, pigne. In una parola: esagerate!!

Ringrazio Alice di avermi dato l'idea e lo stimolo per questa mini-ricerca e per questo post.

venerdì 1 novembre 2013

La guardia medica: istruzioni per l'uso

Scritto il 31/10/2013
Oggi è un giorno prefestivo, dal momento che domani è un giorno di vacanza, pertanto oggi i medici di famiglia dalle 10 di mattina in poi non ci sono e c'è la guardia medica. Cioè io.
Ecco un'altra delle mie giornate all'insegna del medico-salumiere.
Durante la giornata sono venuti alcuni pazienti confusi e sconvolti dall'assenza del loro medico, alla disperata ricerca di ricette dei farmaci abituali.
Verso le 16 viene una signora:
-Avrei bisogno del farmaco X, il medico non c'è, mi fa la ricetta?
E io, indicando anche un cartello che fa bella mostra di sé vicino alla scrivania (e che nessuno fila di striscio):
-Guardi signora, il farmaco X io glielo segno (=prescrivo), ma il suo medico quando glielo prescrive mette sulla ricetta un numeretto, chiamato "nota", grazie al quale lei non paga. La guardia medica, come vede anche scritto su questo cartello, non può scrivere questa nota, e quindi lei pagherebbe il farmaco per intero.
-Ma guardi che io lo pago!... cioè... pago la "differenza"...
-Eh no, se gliela faccio io la ricetta, pagherebbe non l' euro o l' euro e mezzo della differenza, ma l'intero prezzo del farmaco.
-AH! E anche per il farmaco Y??
-Eh sì, signora, anche quello ha la nota.
-ECCHECCAZZO! Ma và và...
...e se ne va sbattendo la porta.

Sospiro. Respiro.
Vorrei correrle dietro e strillarle in faccia se le pare il modo di trattare una persona, se l'avrebbe mai fatto col suo medico, se l'avrebbe mai fatto con uno specialista, se l'avrebbe mai fatto con qualsiasi persona di cui abbia un minimo di rispetto e considerazione. Evidentemente io non me le merito.

Adesso faccio la parafrasi del dialogo che avete letto sopra. Perchè per un profano, le note, le prescrizioni, le mille cagate burocrazie che sono dietro quel pezzo di carta rossa possono sembrare assurde. E in effetti lo sono. Però ci sono delle regole, e io le devo rispettare, e pure i pazienti, anche se hanno difficoltà a capirle.

Allora, chiariamo una volta per tutte:
1) La guardia medica,  o medico di continuità assistenziale, nella Regione Marche è presente TUTTE le notti dalle 20 alle 8 di mattina; il sabato è presente dalle 10 alle 20, la domenica dalle 8 alle 20. Tutti i giorni prefestivi è presente dalle 10 alle 20, tutti i giorni festivi dalle 8 alle 20. E ripeto, tutte, TUTTE le notti. In questi orari i medici di famiglia (e i pediatri di libera scelta) hanno il sacrosanto diritto di non farsi trovare, di spegnere cellulari, di chiudersi dentro casa o andare a Timbuctù. Se avete bisogno di un medico durante questi orari, c'è la guardia medica.
2) La guardia medica è un servizio di URGENZA. Attenti a questa cagata incoerenza: anche se da qualche anno la guardia medica si chiama "Continuità Assistenziale", facendovi credere che fa tutte le funzioni del vostro medico di famiglia quando lui non c'è, questo NON E' VERO. La guardia medica è il medico di urgenza, il Pronto Soccorso è il servizio di emergenza. Essendo un medico a cui si ricorre se c'è un'urgenza, bisognerebbe andarci per le malattie urgenti e acute. Se avete il mal di gola da 10 giorni, perchè vi decidete a farvi visitare proprio quando il vostro medico di famiglia non c'è? per non fare la fila?
Ecco cosa può fare e cosa NON PUO' FARE il medico di guardia:
-Sembra assurdo dirlo, ma cura le malattie (o almeno ci prova). Quelle acute. Non quelle croniche. Non vi instaura una terapia per l'ipertensione arteriosa cronica, che avete scoperto da mesi, ma può curarvi un'improvvisa crisi ipertensiva. Non vi cura l'Alzheimer (e se trovate qualcuno in grado di farlo, fate un fischio!), ma può occuparsi di un paziente con Alzheimer che ha una crisi di agitazione. Ovviamente febbri, mal di pancia, crisi allergiche, piccole ferite, vomiti, dolori toracici e flebiti sono il suo pane quotidiano.
-La guardia medica vede ANCHE I BAMBINI. Siamo formati per farlo. Dobbiamo farlo. Non esiste la guardia pediatrica: la guardia medica è un servizio rivolto agli adulti e ai bambini. Se trovate una guardia medica che rifiuta di visitare i vostri bambini potreste/dovreste denunciarlo. Se poi non è in grado di fare una diagnosi, allora avete incontrato un incapace, ma come minimo deve visitare il vostro bambino, altrimenti sta facendo interruzione di pubblico servizio.
ECCEZIONE A QUANTO DETTO SOPRA: se telefonate per una situazione di emergenza, se al telefono riferite una patologia acutissima, per la quale c'è immediato pericolo di vita, la guardia medica può ritenere opportuno di non perdere tempo a venire da voi e inviarvi subito il 118 senza neanche visitarvi. Esempio: se telefonate e dite che il vostro bambino ha ingerito una pallina e sta soffocando, la guardia medica ovviamente vi manda IMMEDIATAMENTE il 118, senza neanche venire a domicilio. Può darvi nel frattempo indicazioni telefoniche, oppure DOPO aver allertato il 118, passare da voi in concomitanza con l'automedica.
-La guardia medica NON FA IMPEGNATIVE, cioè le richieste per esami di laboratorio, esami strumentali, visite specialistiche. Queste non sono cose urgenti. Se siete così malati da necessitare di esami o visite specialistiche che non potete rimandare neanche per due giorni, significa che avete bisogno del Pronto Soccorso. Ma nel 99,9% dei casi succede così: vi siete scordati di farvi fare un'impegnativa dal vostro medico e avete l'appuntamento proprio lunedì mattina. Non potete venire di domenica dalla guardia medica per quell'impegnativa. Ci dovevate pensare prima, mi dispiace.
-La guardia medica non è un infermiere. Non venite dalla guardia medica per farvi fare le iniezioni (che qualcun altro vi ha prescritto). Se poi qualcuno di noi si muove a pietà e ve le fa lo stesso (vedi me), perchè è Natale e non trovate nessuno che vi venga a fare un'iniezione, NON APPROFITTATENE, per piacere. Se vi faccio un favore, non significa che dovete venire tutti i santi i giorni da me a farvi fare l'iniezione. Vi fate fare una bella richiesta dal medico per "terapia iniettiva" e ve la fate fare dall'infermiere del distretto. Oppure dalla vicina di casa. Oppure imparate a farvele da soli, davanti allo specchio. E per piacere, non telefonate per chiederci di VENIRE A DOMICILIO A FARE UN'INIEZIONE. Queste sono prestazioni infermieristiche che non ci competono. Lo stesso dicasi per le medicazioni: se vi siete fatti male venite pure da noi, vi visitiamo e vi facciamo la prima (e anche la seconda) medicazione, ma se ne dovete fare 20 non potete venire sempre qui. Fatevi fare l'impegnativa con scritto "medicazioni" dal vostro medico e andate a prenotarle al CUP.
-Il punto più difficile da spiegare: la guardia medica prescrive farmaci, ma NON TUTTI i farmaci. Prescrive quelli urgenti, quelli salvavita, quelli che non potete fare a meno di prendere tutti i giorni. Se è venerdì sera e vi siete accorti che vi manca un farmaco indispensabile, potete andare dalla guardia medica e ve lo prescriverà.
Cosa discende da questo? ci sono farmaci che NON SONO INDISPENSABILI, URGENTI, SALVAVITA. La medicina per il colesterolo, se non la prendete per due giorni e aspettate che sia lunedì per farvela prescrivere dal vostro medico, non morite. Magnate meno salciccia al pranzo della domenica, magari. La medicina che chiamate "salvastomaco" (gli inibitori di pompa), se non la prendete per due giorni, non morite di ulcera. Se proprio vi viene mal di stomaco vi possiamo visitare e darvi un antiacido, se necessario. Uguale così per tante altre medicine.
E adesso cerco di spiegarvi l'assurdo dialogo che ho avuto oggi.

Nel nostro sistema ci sono farmaci, detti di classe C, che sono SEMPRE a pagamento: il medico li prescrive su un foglio bianco e il paziente paga per intero il loro prezzo.
Poi ci sono i farmaci in classe A: il medico li prescrive sul ricettario rosso.
Adesso viene il difficile: ALCUNI farmaci in classe A sono sempre completamente gratuiti per il paziente, mentre altri sono associati alle cosiddette "note" (note AIFA): sono numeri ai quali corrispondono delle patologie. Ad esempio: alle statine, farmaci che si usano per il colesterolo, è associata la nota 13, che corrisponde grossolanamente (molto grossolanamente) all'ipercolesterolemia. Se il medico di famiglia ritiene che un paziente abbia un'ipercolesterolemia che rientra nei criteri di applicabilità della nota 13, prescive la statina, appone la nota 13 sulla ricetta nell'apposito spazio e così il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) paga il farmaco per intero alla Casa Farmaceutica: il paziente non lo paga, non ci mette una lira.
[O meglio, se è un farmaco generico (senza "nome commerciale") non paga niente, se ha un nome preciso commerciale, il SSN paga la maggior parte, e il paziente paga la "differenza". Esempio: il Gandalf, della casa farmaceutica Baggins, il cui principio attivo è il Bilbo, costa 100, mentre il semplice Bilbo costa 90. Se il paziente vuole il Bilbo, non paga niente (il SSN paga 90 alla casa Baggins), mentre se vuole PROPRIO PROPRIO quello lì, il Gandalf, allora paga 10, perchè 90 ce li mette il SSN, ma per arrivare ai 100 che vuole casa Baggins, il paziente ci deve mettere di suo la famosa "differenza". Chiaro?]
Se invece un paziente non ce l'ha proprio l'ipercolesterolemia, allora il medico la nota 13 non la scrive e il paziente paga sempre e comunque tutto.
Insomma, se per un farmaco è prevista la nota, tale farmaco può essere prescritto in modo gratuito LIMITATAMENTE alle indicazioni previste nella nota. Vuoi un antiacido? se hai la gastrite cronica puoi averlo gratis (con la nota), se non hai la gastrite te lo paghi.
Torniamo a noi.
La guardia medica non prescrive i farmaci con la nota.
O meglio, li prescrive, ma la nota non ce la può mettere, e tu ti paghi il farmaco per intero. Questo, credo, per 2 motivi:
-io guardia medica, che ti vedo per la prima volta, che ne so della tua gastrite, del tuo colesterolo, della tua artrosi?
-la stragrande maggioranza delle note corrisponde a patologie non urgenti, perciò per 2 giorni puoi fare a meno del farmaco che vuoi che io ti prescrivo. Se proprio non VUOI farne a meno, lo devi pagare. Ma se proprio non PUOI fare a meno, ad esempio hai un dolore acuto, neoplastico, la guardia medica ti somministra l'antidolorifico, stai tranquillo, non ti lascia nella sofferenza. E ti prescrive un antidolorifico per il quale non è prevista la nota.
La mia esperienza dice che quei pazienti con patologie GRAVI che prendono farmaci con la nota, di solito non si scordano di farselo prescrivere dal medico. Non se lo scordano.
3) La guardia medica non trascrive sul suo ricettario i farmaci prescritti da altri colleghi, quali i medici del Pronto Soccorso, specialisti, medici ospedalieri. Tutti questi hanno il loro ricettario. Il Pronto Soccorso ha il ricettario. Quando vi dimettono dall'ospedale, dovrebbero o fornirvi dei farmaci che vi prescrivono (vi danno proprio le scatole, prendendole dalla farmacia ospedaliera) o farvi le ricette. Se vi dicono: vada dal suo medico o dalla guardia medica a farseli prescrivere, dovete insistere.
Primo: questi qua fanno ricadere la spesa farmaceutica su qualcun'altro, piuttosto che su di loro. Il ricettario è il nostro libretto degli assegni, e ciò che scriviamo sul nostro libretto viene controllato (o dovrebbe esserlo... ma questo è un altro discorso): se spendiamo troppo o male veniamo cazziati. Vi sembra giusto che un medico decida di dare un farmaco ad un paziente ma poi per la prescrizione faccia staccare un assegno ad un collega ? In questo modo il primo medico ha sempre i suoi assegni intonsi, il secondo medico "spende" un sacco.
Secondo: checcazzo, mica siamo degli scribacchini! Se io scrivo una ricetta e la firmo col MIO nome, e quindi sono ritenuta RESPONSABILE di ciò che sto scrivendo, voglio anche essere io a decidere per quel farmaco. E se il mio collega avesse fatto una cazzata sciocchezza? avesse deciso una terapia scorretta? di lui non si saprà niente, mentre il nome su quella ricetta sarà il mio. PRETENDETE di avere le prescrizioni!

OOOHHH, per adesso mi vengono in mente queste cose.
Spero che vi sia utile.
Voglio specificare che quanto scritto sopra è valido nella mia regione, le Marche, se in altre regioni ci sono differenze fatemelo sapere.

Per piacere, non schifate i dottorini della guardia medica. Non li mandate a quel paese se rispettano le regole, anche se le regole sono difficili da capire, anche se sono stupide.
Il servizio che vi forniamo è prezioso, all'estero se lo sognano, oppure lo pagano profumatamente. Anche noi siamo medici, abbiamo studiato, e tanto, anche se siamo arrivati "solo" qui, in questi ambulatori tristi e pure un po' paurosi, quando di notte stiamo tutti soli. Trattateci con rispetto, come trattate i medici ospedalieri, o gli specialisti da cui andate pagando un sacco di soldi. Anche se non ci pagate, anche se siamo un servizio gratuito, non vuol dire che valiamo poco.
Grazie.


sabato 19 ottobre 2013

In mezzo al mare

...si, un mare di ore di lavoro!
In questi giorni lavoro un sacco, ho appena terminato una sostituzione ad un medico di famiglia durata un mese, che mi ha stressata non poco (ma perchè i pazienti si ostinano a telefonarmi SEMPRE all'una e mezzo per chiedermi le prescrizioni abituali? non pensano anche IO mangio??), e turni infiniti in guardia medica. Ieri 12 ore, oggi 24, dopodomani altre 12. GF, al telefono, ha una voce sempre più spenta, quando non è incazzato. Sulla lavagnetta della cucina ha disegnato un pannolino che straborda di m... , chissà cosa mi sta a significare?
 
In mezzo a questo mare, cerco di infilarci la burocrazia, che anche quella mi manda parecchio fuori di testa. L'altro ieri, dopo aver compilato dei documenti da almeno 15 giorni, sono riuscita finalmente a trovare un'ora libera per andare alla Posta per spedirli. Qua, al nuovo paesello ove abbiamo traslocato da un anno, la posta è un ufficietto minuscolo, aperto solo di mattina, ergo sono dovuta tornare all'altro paesello, quello natio e un po' più grande, che ha le Poste aperte pure al pomeriggio. Fino alle 19,05, per la precisione. Boh, cosa mi sta a significare quel ..,05? Non si sa.
Io ogni volta che devo andare alle Poste mi sento male. Ci vado solo per ciò che non si può fare assolutamente via internet; per dire, bollettini, multe, MAV, pago tutto da casa. Però le raccomandate tocca andare a farle proprio lì. Che poi io avrei pure la posta elettronica certificata, ma se devi spedire della roba con la marca da bollo, a che serve la PEC? La marca da bollo... all'estero non sanno manco cosa sia. E adesso sono pure arrivate a 16 euro. Un altro regalino post-abolizione IMU.
Insomma, solo per trovare parcheggio ci ho messo mezz'ora. Al paesello hanno riservato 7-8 posti alle neo-mamme munite di apposito tesserino proprio davanti al Comune, ma regolarmente i posti sono occupati da SUV e Jeepponi con le 4 frecce. Io li odio TUTTI. Ho fatto 2 volte il giro del paesello, con la mia Punto ormai a secco con la benzina. Poi l'ho messa un po' più in là, ho parlato con il vigile e gli ho fatto notare che mi avevano fregato il posto, a me, che ho pure un seggiolino e un ovetto in macchina, se il tesserino rosa da neomamma sul cruscotto non fosse stato sufficiente a dimostrare la mia neomammità. E invece i SUVVONI cosa avevano? le 4 frecce, da mezz'ora.
Vado alla Posta. Devo fare 3 raccomandate, per ognuna delle quali devo scrivere un indirizzo di 5 righe (Ministero della Sanità, ufficio bla bla, dipartimento bla bla bla, risorse bla bla, via bla bla bla bla, io mi immagino il postino che quando la porta fa una delle 12 fatiche di Asterix), che alla fine mi faceva male la mano. E cosa ti scopro? che esiste la "Raccomandata" e la "Raccomandata 1", che costa il doppio, e che io avevo comunque sbagliato a compilare tutti quei fogliettini che si devono compilare per fare le raccomandate e pure per le ricevute di ritorno. Scrivi che ti scrivi, si fanno le 18,45. Devo chiedere 3 volte alla tipa di ridarmi i fogliettini, che dal nervoso sbaglio più e più volte a compilare l'indirizzo. Infine, orgogliosa, porto il malloppo al banco, lei me lo pesa e:
-Sono 4 euro e 10 per ciascuna lettera.
Rovisto, frugo, e scopro che ho solo 10 euro.
Nuova fuga alla ricerca di un bancomat, il postamat fuori è fuori... uso, e corri che ti corri a cercare un altro bancomat.
Alla fine ce l'ho fatta. Ho fatto la Raccomandata che ci mette 3 giorni, chissenefrega, tanto al Ministero ci metteranno oltre 3 mesi a mandarmi una risposta, giorno più giorno meno.

In conclusione:
-4 marche da bollo da 16 euro = 64 euro
-3 raccomandate A/R = 12 euro e rotti

Per adesso siamo a 78 euro di burocrazia. Per cosa? Intanto aspettiamo le risposte, poi ve lo racconterò.

domenica 6 ottobre 2013

E sono solo le nove e mezzo.

Una domenica in guardia medica.

Ore 8,20, Paziente 1
-Dottoressa, ieri mia moglie è stata dimessa dall'ospedale per una protesi al ginocchio e ha bisogno di un antidolorifico.
-Alla dimissione non gliel'hanno prescritto o consigliato?
-No, non ci hanno detto niente.
-Ce l'ha la lettera di dimissione?
-No.
-A casa avete un antiinfiammatorio? Oki, Brufen, Moment? O la Tachipirina?
-No, no quelle non vanno bene, non le fanno niente, mi deve prescrivere un antidolorifico più forte.
-Ma c'ha provato a prenderle?
-No. Però in ospedale le davano delle pasticchette piccole, bianche...(e mi consegna la fotocopia del foglio infermieristico delle terapie somministrate, dove non c'è indicato nessun antidolorifico). Stanotte non ha dormito mai, ci vuole un antidolorifico potente.
-Guardi che su questo foglio non ci sono scritti antidolorifici.
-Eh, però in ospedale qualcosa le davano, e adesso bisogna che lei me lo segna.
(Marghe... conta fino a 10...)
-Scusi, ma cosa vuole che faccia? Dovrei prescrivere la morfina a sua moglie, che non conosco, che non è qui davanti a me, di cui non ho la lettera di dimissione, di cui non so niente, di cui non mi ha portato nemmeno la tessera sanitaria?
-Eh, no, proprio la morfina no... penso che in ospedale non le davano la morfina, però qualcosa che funzionava, non quelle cose che mi ha detto lei...
-Beh. Quando dicevo "morfina" era per fare un'iperbole. Ovvio che non le prescrivo la morfina. Le prescrivo il Coefferalgan (=paracetamolo + codeina, che è un derivato oppioide), che è un antidolorifico molto forte. Oppure preferisce le punture di Toradol (=altro antidolorifico)?
-No, le punture no. Le ho detto che mi serve un antidolorifico, le punture non vanno bene.

Lassamo perde...

Ore 8,40, Paziente 2.
-Dottoressa, è lei la guardia medica?
-Sì. C'è anche il cartello sulla porta.
-Ah sì. Ho male ad un orecchio. Bisogna che mi prescrive questo (mi mostra la scatola di un antibiotico), perchè ieri la signora dove lavoro mi ha detto di prenderlo e io ho cominciato, solo che ce n'era solo una e allora me lo deve segnare.
-Ma scusi, lei dove lavora? Perchè le danno un antibiotico così?
-No, niente, guardo una signora. Me l'ha dato perchè avevo mal d'orecchio.
-Ma mica va tanto bene prendere un antibiotico senza avere sentito prima un medico, sa?
-Però la signora aveva questo, mi ha detto che faceva bene e io l'ho preso.
-Ma guardi che mica per ogni mal d'orecchio è necessario un antibiotico sa?
-Sì sì lo so, però me lo segna per favore?

Al supermercato.
Lavoro al supermercato.
-2 etti di Rocefin, 1 etto di Voltaren... è un etto e mezzo, che famo,  lascio?
Lascio.


lunedì 30 settembre 2013

Tutto come allora

Oggi è stata una giornata lunghissima. Farmi un giro alla segreteria dell'Università è stato illuminante e devastante allo stesso tempo: a 11 anni dalla laurea nulla è cambiato.
La segreteria è nello stesso posto di allora, malgrado nuovi edifici universitari siano sorti come funghi intorno a quello che frequentavo io. Arrivata lì ho trovato le stesse file disordinate ed inutili, gli stessi sguardi vacui, lo stesso parcheggio-labirinto, incomprensibile e inservibile, la stessa ottusità generalizzata.
Il corridoio era pieno di ragazzi. Ce n'era uno, probabilmente uno studente che stavo svolgendo le sue 150 ore che dava i numeretti per la fila. E poi chiamava i numeri. Cioè. Faceva la macchinetta distribuisci-numeri umana. Era pagato per questo. E pure per fare il display umano dei numeri. Gli chiedo il numero, poi mi sorge un dubbio, e gli chiedo se quello è lo sportello giusto per le mie necessità.
"Noooooo, qui è per le lauree triennali, lo sportello per te è quello centrale"
"E il numero dove lo prendo?"
"Per lo sportello centrale non c'è il numero, devi fare la fila"
"Ah, e quale fila?"
"Quella!" e mi indica un ammasso disordinato di ragazzi, in cui non si distingue minimamente un inizio e una fine.
Per fortuna c'era una ragazza orientata e vigile che mi ha detto:
"Signora, io sono l'ultima, e davanti a me ci sono lei, lei e lei (indicandomi teste a caso nella massa di gente"
Dopo 11 anni ci vogliono 3 ore per presentare una domanda che in un Paese civile sarebbe stato facilissimo presentare online, ci vogliono 30 giorni per ottenere dei documenti che in un mondo normale si ottengono in pochi minuti. Per non parlare dei 32 euro di marche da bollo. E' stato comunque illuminante: così non va. Proprio no.
E che sospiro di sollievo a pensare che non faccio più parte di quel mondo. Che quei tempi di file, di dubbi irrisolti, di contatti fastidiosi con segretarie svogliate e professori scocciati sono finiti.
Gli studenti in fila mi chiamavano signora.
"Signora, lei che deve fare?"
Fagiolino era la star del corridoio.
Ho, per un attimo, buttato un occhio curioso agli orari delle lezioni.
Aahh, che sospiro di sollievo.
Io con questo fastidio ho chiuso tanti anni fa!

sabato 14 settembre 2013

Pancakes di farro integrale (ricetta vegan)

Da qualche settimana ho deciso di dire addio ai biscotti per la colazione: semplicemente mi sono proposta di non comprarne più. I miei figli (e anche un po' GF) quando vedono i biscotti industriali sembrano dei drogati, cominciano a mangiarli e non si fermerebbero mai, tocca strapparglieli dalle mani. Ogni occasione sembra buona per aprire il cassetto e mangiarseli, e alla fine non ci sono più colazioni, merende o spuntini: diventa uno sgranocchiare continuo. Niente di più letale per la glicemia, per la salute dei denti e per il peso forma. E poi non voglio che prendano questa brutta abitudine di stare a mangiucchiare continuamente. La colpa sta essenzialmente nella quantità esagerata di zuccheri semplici (sciroppo di glucosio e simili) presente nei biscotti industriali: creano un picco glicemico troppo alto e troppo repentino, che causando iperinsulinemia si esaurisce in troppo poco tempo lasciando posto ad un'ipoglicemia che conduce subito al desiderio di compensare mangiando di nuovo dolci. A parte la spiegazione scientifica, io non ne mangio da diverso tempo, e sarà che mi sono disabituata, ma trovo la consistenza e la dolcezza di questi prodotti veramente stucchevole. Per non parlare poi dell'odore di cocco che si sente ad annusarli con attenzione; in effetti olio di cocco e olio di palma la fanno da padroni nel 99% dei biscotti che si trovano in commercio (dietro la scritta "oli vegetali" ci sono sempre questi oli di scarsa qualità). Poco importa il brand o la marca, sono tutti simili, andate a controllare la lista degli ingredienti. E anche i costosissimi biscotti bio che si comprano nei negozi di prodotti naturali non fanno eccezione: ci sono sì farine integrali e zucchero di canna, ma oltre ad una piccola percentuale di oli e grassi di buona qualità ci sono sempre diciture sospette: grassi vegetali (grasso=solido olio=liquido... però in natura non esistono, che io sappia, grassi solidi vegetali!) o aromi non specificati. I cosiddetti biscotti "senza zucchero" sono invece preparati con un sacco di dolcificanti chimici (acesulfame, ciclammato, asparti vari) o derivati di altri dolcificanti (maltato di...).
In conclusione: non c'è alternativa. I prodotti per la colazione è meglio prepararseli da sè, cercando di usare ingredienti di qualità. Io scelgo quali e quanti ingredienti mettere, cercando di prediligere grassi vegetali, farine biologiche e integrali, zuccheri a lento assorbimento, uova bio (delle nostre galline!). Se poi ci metto il burro anzichè l'olio, o lo zucchero bianco anzichè lo zucchero integrale mi sembra sempre una soluzione migliore degli ingredienti di dubbia origine dei prodotti industriali. A me piace anche pane e marmellata, ma GF non gradisce più di tanto, e allora cerco di arrabattarmi con ciambelloni, plum cake, muffins o biscotti.

Oh, poi ci vuole sempre buon senso. Tengo una scatola di biscotti nascosta in uno scaffale in alto per le emergenze: se un giorno non faccio in tempo a preparare nulla non lascerò comunque nessuno a bocca asciutta! Oppure una volta ogni tanto posso pure passare al forno e comprare un pezzo di crostata!

Ieri è stato uno di quei giorni in cui non ho fatto in tempo a preparare nulla. Stamattina, al ritorno dal turno notturno di guardia, ho preparato in 5 minuti questi pancakes:

PANCAKES INTEGRALI DI FARRO

Ingredienti per 3 persone:
-5 cucchiai di farina integrale di farro bio
-2 cucchiai di zucchero integrale di canna bio
-2 cucchiai di olio di semi di mais
-1 cucchiaino di cannella in polvere
-1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio
-latte vegetale (di riso, di soia, di avena... quello che avete) quanto basta

Mischiate in una ciotola tutti gli ingredienti secchi, poi aggiungete l'olio e infine il latte poco a poco fino ad ottenere una pastella liscia e senza grumi.
Spennellate d'olio (giusto un cucchiaino) una padella antiaderente e fatela scaldare bene. Preparate i pancakes uno alla volta versando un mestolo di pastella nella padella e facendo cuocere un minuto per parte.

Io ci ho spalmato sopra un velo di malto (ma ci sta bene il miele o qualsiasi marmellata, o anche la frutta a pezzetti, o cioccolato a scaglie) e li ho accompagnati col mio solito tè mattutino. Bbboni!

Non avete tutti questi ingredienti bio e integrali? Niente paura: vengono bene anche con altre farine, zucchero bianco e o altro latte; usate un olio leggero, l'olio di oliva per i miei gusti è troppo saporito. Fateli con ciò che avete in casa, saranno comunque migliori di prodotti industriali con ingredienti misteriosi. L'unico inconveniente di questi pancakes, che contengono pochi grassi e non hanno le uova, è che sono molto appiccicosi, e che nonostante la padella antiaderente si attaccano facilmente al fondo. Un po' di pazienza, una buona paletta e si riesce comunque a girarli!
Buon appetito!



mercoledì 11 settembre 2013

L'inserimento che non c'è.

Beh, Nanetto si trova così bene nella nuova scuola che praticamente il famigerato inserimento non c'è stato. Niente orari centellinati, niente mamma su una panchetta ad osservarlo prendere confidenza, per non parlare di pianti o lagne: nada. Ha preso il suo cappello e la sua borsetta (sì, gli piace una borsetta che ho cucito) e si è buttato a giocare. Punto.
Facilissimo.
Per adesso va così, forse la prossima settimana la novità sarà meno nuova e magari gli verrà nostalgia di casa, ma per ora mi godo questa sua assoluta serenità.

Metto qua una foto scattata da I., mamma di una bimba che ha iniziato questa avventura con Nanetto. E questo è il suo commento:

"Là in mezzo al bosco c'è una casetta che si chiama Serendipità ed è la scuola di 15 nanetti fortunati. Se provi a chiedere cosa fanno ti rispondono :" abbiamo raccolto l'uva,dato la caccia ai grilli e pitturato il legno". Questa è la scuola più bella del mondo!!!"



E io sono d'accordo!

lunedì 9 settembre 2013

Si comincia e si ricomincia - Una scuola tradizionale e una scuola libertaria

Da ormai una settimana Fagiolina ha ricominciato a frequentare la scuola dell'infanzia. Ultimo anno. Che impressione... mi sembra ieri che titubante entrava nell'atrio di quella che 35 anni fa fu anche la mia scuola materna. Ormai lo sguardo è fiero e il passo è sicuro, al primo giorno di scuola la pausa estiva era già alle spalle, semi-dimenticata. Alla fine dello scorso anno però aveva dato parecchi segni di cedimento, tante piccole scuse per far sempre più tardi alla mattina, tanti sospiri a colazione, tanta voglia di restare a casa. La Fagiolina però è una dura, prova a tirarsi indietro, ma non recalcitra troppo, accetta il suo destino, stringe i denti e ricomincia ad andare avanti senza una lacrima. Fagiolina sta bene a casa con noi e i suoi fratellini, non ha sofferto la noia dell'estate o la malinconia degli amichetti. Alla nostra richiesta: "sei contenta di tornare a scuola o preferivi restare a casa?" Ha risposto "preferisco stare a casa, perchè a scuola non ci sono i boschi." E che si può rispondere a questo? Solo un "Hai ragione amore mio. Non posso darti torto". Però poi devi anche dirle che a scuola si imparano tante cose, che si può giocare con la sua amica E., che rivedrà la sua maestra preferita A. Fagiolina fa un sospiro e va avanti. Non si guarda indietro e ricomincia un nuovo anno.
Ah, sì.
Quest'anno la lista delle cose da portare prevedeva anche l'astuccio con le matite e i colori e il temperino e la gomma. Insomma, l'astuccio da grandi. Oggi siamo andati a comprarlo. Però non abbiamo fatto tante cerimonie, non abbiamo enfatizzato troppo. Fagiolina a casa aveva chiesto di avere l'astuccio della Barbie, al supermercato invece ha scelto quello di Minnie. Astucci no-brand non esistono. Tocca scegliere tra gattine senza bocca e tutta quella gamma di zoccole fashion declinate in fatine o mostre o travestiti siliconati che va tanto di moda tra le cinquenni (!). La nostra Fagiolina, che non ha la tv a casa e quindi non è completamente irretita da pubblicità o dallo spirito di emulazione, è stata brava e saggia: niente capricci, niente richieste assurde, niente civetterie modaiole. Minnie, col suo fascino vintage, mi è sembrata la cosa più innocua che c'era, e lei ha scelto proprio quella. Bene.

Domani grande giorno anche per Nanetto.
Comincia per lui, e per noi, una nuova avventura. Non ne ho parlato sul blog fino ad ora, ma qua son cose grosse. Nel nostro paesello parte un esperimento che non ha pari in Italia: una scuola dell'infanzia libertaria e montessoriana, che si chiamerà Serendipità. Nanetto sarà uno dei 15 fortunati bambini a frequentarla. La gestazione di questo progetto, che ci ha coinvolto molto sul piano pratico e moltissimo sul piano emotivo è stata lunga e piena di imprevisti. Fin da febbraio stiamo facendo riunioni con gli altri genitori e soprattutto con Emily e Veronica, le educatrici, le ideatrici e anime del progetto. Le peripezie che ci hanno portato fin qui sono state tante: la scuola inizialmente doveva prendere vita in 3 yurte, ospitate nel campo di un agriturismo/azienda agricola. Poi il finanziatore del progetto, a 3 mesi dall'inizio della scuola, si è improvvisamente tirato indietro e ha lasciato tutti con un palmo di naso. Giorni febbrili a cercare una nuova location, giorni di dubbi ("ce lo mandiamo, chi ci mandiamo, solo Nanetto, anche Fagiolina, ma sì, ma no, ci piace ma è troppo incasinato, ma l'altra scuola non ci piace, ma Nanetto ci si troverebbe bene, ma Fagiolina ha bisogno di regole..."), giorni di lotte e discussioni con la nonna, contrarissima a questa scuola dall'aria frikkettona, notti di incubi, notti di pensieri entusiastici. Alla fine la perseveranza e l'entusiasmo di Emily e Veronica (che in questo casino ha pure avuto un bimbo!), ci hanno traghettato verso una casetta in campagna che 2 mesi fa sembrava un magazzino e che invece adesso è un bellissimo asilo. Lo spirito è stato quello della collaborazione, del riciclo, del riuso. Tutto autogestito e autofinanziato, non è stato chiesta una lira alle banche. Durante l'estate c'è chi ha piantato una tenda nel giardino della casetta e si è speso anima e corpo (soprattutto braccia) per ristrutturare la casa, il giardino, il campo. Noi abbiamo fatto veramente poco, purtroppo, ma le nostre risorse (fisiche e di tempo) ultimamente sono tutte impegnate per la mera sopravvivenza; però abbiamo cercato di dare sostegno morale.
I bambini staranno moltissimo all'aperto, ci saranno gli animali, forse un anche un pony, ci sarà l'orto, ci sarà da correre nel campo e da sporcarsi col fango, ci sarà da preparare il pranzo tutti insieme, ci sarà da apparecchiare, ci sarà da fare musica e da ascoltare storie. Ci sarà da decidere che giochi fare, ci sarà da scegliere se e cosa imparare. Ci saranno tempi lenti, silenzi, riposo. Non ci saranno premi, non ci saranno punizioni, non ci saranno obiettivi da rincorrere, non ci sarà la fretta. Staranno tutti insieme, 15 bambini dai 3 ai 6 anni, e ognuno potrà dire la sua.
Si respira una bella atmosfera con le altre famiglie in questa nuova scuola: noi ci sentiamo molto coinvolti, mille volte di più che nella scuola di Fagiolina. Nanetto sembra contento di andare: lo abbiamo portato spesso agli incontri o solo per fare un saluto, in modo da farlo familiarizzare con l'ambiente e le persone. Ieri lo abbiamo visto completamente affabulato da Emily, che gli leggeva un libro: steso su un materasso, dito da ciucciare, la ascoltava in adorazione. Mi sembra che le premesse per un buon anno ci siano tutte. In bocca al lupo Nanetto!

Qua Emily parla della scuola Serendipità:
http://www.anconatoday.it/cronaca/progetto-serendipita-intervista-emily-mignanelli-ancona-2013.html
http://snacksofmarketing.wordpress.com/tag/scuola-libertaria/

Per saperne di più sulle scuole libertarie:
http://www.educazionelibertaria.org/
http://scuolalibertaria.blogspot.com/
http://it.wikipedia.org/wiki/Summerhill_School

domenica 25 agosto 2013

Il bello che non ti aspetti

Tempi di crisi. Ce lo sentiamo ripetere da sempre, noi nati negli anni 70, perciò un po' ci siamo abituati, un po' non ci facciamo più caso. Poi accadono quelle piccole cose che cominciano a fartici credere. Non che io abbia mai pensato, come diceva qualcuno, che la crisi in Italia non c'era perchè i ristoranti sono tutti pieni, però in effetti di SUV e barche mi pare di vederne parecchi in giro. Eppure l'hard-discount dove facciamo la spesa da ormai molto tempo è ogni giorno più affollato. Al distributore di benzina più economico della zona c'è sempre la fila. Conosco sempre più persone che stanno imparando a farsi l'orto in casa.

Per la famigliuola quest'anno è andata così: dopo un'attenta valutazione dei nostri conti in banca e una sbirciata alle ragnatele nei nostri portafogli, si è deciso che o si stava a casa o ci si "accontentava" dell'appartamentino in montagna dei miei. Tale appartamentino, in possesso della mia famiglia da circa 35 anni, si trova sui Sibillini, in un residence che vide nei primi anni '80 tutto il suo splendore, e che nei lustri seguenti è diventato un luogo solitario, silenzioso, pieno di cartelli "vendesi" o "affittasi". Per alcuni un posto squallido e decadente, per noi, che ci andiamo spesso nel weekend, è il luogo del silenzio e della rigenerazione. Durante la maggior parte dell'anno anche il baretto è chiuso, non c'è anima viva in giro e si può godere appieno dei paesaggi, degli odori, della lontananza -in senso fisico e psicologico- dalla quotidianità. L'ideale per dormire e riposare all'ombra dei faggi del vicinissimo bosco. Il posto dà un po' la sensazione di Overlook Hotel, ma a noi certi brividi piacciono.

Però per la vacanza lunga, quella seria, quella dell'agosto italiano, l'avevamo sempre snobbato. Agli amici abbiamo detto: "Eh no, quest'anno andiamo solo a Sassotetto..." e alcuni ci hanno guardato con compassione.
Oggi, rientrati da 12 giorni di vacanza, mi ritrovo a pensare: "Perchè ci siamo affannati per anni a fare centinaia di faticosissimi chilometri, tornando noi stanchi e i bambini isterici, quando avevamo questa meraviglia a 2 passi? Stolti!".

La necessità del low-cost (de spende poco, per dirla come la sta) ci ha fatto (ri)scoprire luoghi, persone e ritmi che ci stavano sotto il naso e che non vedevamo. Mi sono riaffiorati alla mente un sacco di ricordi d'infanzia, quando mia madre mi portava su per tutto agosto, e c'era un sacco di gente e di cose da fare. E in effetti il villaggio, in agosto, si rianima e si riempie di famiglie e di bambini. Chissà se è così ogni agosto o accade solo da pochi anni, ennesimo segno della crisi e dell'impossibilità di fare viaggi dispendiosi?

Abbiamo fatto alcune passeggiate, con Fagiolino nel mei-tai sulle spalle, e gli altri due che -bravissimi- hanno camminato: alla scoperta dei boschi, delle foglie, dei cespugli, degli insetti, dei ruscelli, delle bacche, dei bruchi, delle orme, delle pozzanghere. Abbiamo fatto il bagno al Lago di Fiastra, dove abbiamo incontrato per caso degli amici che campeggiavano, dove abbiamo poi scambiato un incendio per un barbecue e visto l'elicottero della forestale che pescava l'acqua del lago per spegnerlo.
Il lago di Fiastra

Siamo capitati in un rifugio in cui si suonava musica celtica. Abbiamo fatto il picnic di rito al Santuario della Madonna dell' Ambro, un must ferragostano per decine di famiglie risparmiose, abbiamo bagnato i piedi nel torrente, ammirato la cascata e i monti boscosi.
La Gola dell'Infernaccio
Abbiamo iniziato il percorso per la Gola dell'Infernaccio, siamo arrivati alle Pisciarelle, i bambini hanno ammirato i mille rivoli d'acqua che scendono dal monte e abbiamo annusato l'odore muschioso e gelido che spira dall'orrido. 

Le Pisciarelle (foto di Carlo Bonini su Flikr)
Abbiamo pranzato per lo più a casa, ma anche ai rifugi, al ristorante vicino e a quelli meno vicini: pasti tradizionali, ambienti con poche pretese, ma siamo sempre stati accolti con gentilezza, noi e i nostri bambini (dopo la recente esperienza, siamo sempre sul chi va là quando andiamo a mangiar fuori). Abbiamo ritrovato degli amici che hanno la casa vicina alla nostra, ci hanno fatto conoscere un sacco di gente (loro sono molto più introdotti, noi a confronto siamo degli orsi solitari) e abbiamo qualche volta frequentato lo spiazzo antistante la guardiola del custode del villaggio: l'abbiamo soprannominata "la piazzetta" per ridere su di altre ben più famose e ricche "piazzette" italiane.
Siamo stati ad un rifugio senza lasciarci intimidire dalla pioggia e dalla nebbia, abbiamo giocato a pallavolo nel prato (saranno stati 10 anni che non lo facevo!), i bambini hanno fatto quelle amicizie fugaci dell'estate, quelle che giochi un pomeriggio insieme e poi non ti rincontri mai più.
Il Rifugio Amandola
Ci siamo anche sbomballati di cartoni in un paio di giorni piovosi, i bambini hanno fatto i soliti capricci sparsi, noi abbiamo perso le staffe un paio di volte. Mica siamo tutti santi, noi.
Abbiamo (ri)visto e (ri)visitato i piccoli centri abitati della zona, splendidi paesini, gioielli marchigiani che di più non si può: Sarnano, San Ginesio, Amandola, Bolognola, Fiastra, Acquacanina, Montefortino.
Il 17 agosto c'è stata la Festa della montagna: il grande spiazzo vicino al residence si è animato come non avrei mai pensato. Questa era la festa che da bambina aspettavo per tutta l'estate, la festa dove vinsi la corsa coi sacchi, la festa dove c'era la bancarella dello zucchero filato. Una festa che per vent'anni era stata soppressa, e l'abbiamo ritrovata! Abbiamo costruito un aquilone, fatto il decoupage, Fagiolina ha vinto una gara di tiro alla corda, io e GF abbiamo tirato con l'arco, per Nanetto c'erano i cavalli  da accarezzare e osservare, per Fagiolina c'era un asinello (portato dalla sempre splendida Federica de La Quercia della Memoria) da poter montare, abbracciare e conoscere.
E' stata una bella vacanza, non ce l'aspettavamo proprio. Siamo tornati un pochino più rilassati (non troppo, il relax totale non è più di questo mondo, per noi), i bambini non vedono l'ora di tornare, abbiamo gli occhi e il cuore pieni di bellezza. Lo rifaremo.

P.S.: linko qui un bel video sui Sibillini, i nostri Monti Azzurri (realizzato dal fotografo Giorgio Tassi). Sono luoghi aspri: non hanno, ad una prima occhiata, l'aspetto accattivante di altri monti. Come noi marchigiani, sembrano rudi e antipatici al primo impatto, ma poi svelano una grande generosità. Sono monti con nomi misteriosi e affascinanti, pieni di segreti e di magie pagane: l'antro della Sibilla, i Laghi di Pilato, le Gole dell'Infernaccio e tanti altri toponimi che svelano (o nascondono) leggende antichissime. Per chi legge questo blog e sente questi nomi per la prima volta, cercate su Google immagini e storie, vi si aprirà un mondo.

mercoledì 31 luglio 2013

Non è un Paese per famiglie (numerose)

Ieri ci è successo un episodio molto molto sgradevole. Se ci penso ancora mi vengono le lacrime per la rabbia.
Per festeggiare il compleanno di mio marito mia suocera ha gentilmente invitato noi e i miei genitori a pranzo fuori. Andiamo a prendere Nanetto al nido e partiamo tutti e 5 per il ristorante. All'arrivo a N., primo intoppo: la cittadina, meta turistica balneare, ha tutto il centro chiuso al traffico. Il vigile che incontriamo fa spallucce alle nostre proteste: una famiglia con 3 bambini piccoli, passeggino, borse e seggiolini vari non merita facilitazioni. Vabè. Parcheggiamo dove si può, ovviamente a pagamento, e ci incamminiamo: circa mezzo chilometro sotto il sole con tutto l'ambaradan al seguito. Continuiamo a chiederci se 'sta gente i turisti li vuole o cerca a tutti costi di farli scappare. Ci sembra una follia, ma è la solita follia cui siamo abituati.

Arriviamo al ristorante. Bello, molto bello: a picco sul mare e con enormi vetrate che consentono di vedere uno splendido panorama a tuttotondo. Ma la (unica) scalinata per raggiungere la sala è ripidissima e stretta. Niente rampa. Ci carichiamo bimbi, borse e passeggino in braccio e scendiamo. Ci siamo abituati.
Il ristorante è vuoto: ci siamo solo noi.
Ambiente fighettino, apparecchiatura elegante, camerieri schierati.
Chiediamo un seggiolone e ci portano il solito seggiolone di legno, carino per carità, ma chiunque abbia dei bambini sa benissimo che in un seggiolone così i bambini cadono o scivolano sotto, non essendoci nè cintura nè fermo in mezzo alle gambe.
Scomodo!!!
Nel 90% dei ristoranti italiani c'è sto seggiolone. Nessuno che si ponga il problema della sua praticità. Vabè. Ci siamo abituati.

Ordiniamo. Non c'è modo di far star seduto Nanetto, che ha già mangiato all'asilo, è stanco e per questo non sta fermo un attimo. Lo lasciamo libero, il posto è grande e siamo soli. Fagiolino lo leghiamo al seggiolino portatile che abbiamo portato, un po' protesta, un po' piagnucola, un po' smangiucchia il pane sbriciolando in giro. Fagiolina ormai è brava, sta seduta e si fa coccolare dalla nonna e dalla zia. Io e GF un po' ci rilassiamo, un po' facciamo i polipi a richiamare, imboccare, raccogliere, abbeverare, prevenire bicchieri in frantumi. Il solito. Ci siamo abituati.
Nel frattempo arriva un gruppetto di 3 persone che si siede a 2 tavoli di distanza da noi, e una coppia con un cane un po' più in là.
Nanetto continua ad andare di qua e di là, ruggisce come fa il leone, corre sulla terrazza, gattona un po' per terra. Il pranzo procede. Antipasti. Primi. All'arrivo del secondo percepisco delle urla che sovrastano il chiacchiericcio della nostra tavolata. Solo io sembro accorgermi. Una signora del gruppetto dei 3 sta gridando. Cerco di fermare il vociare dei familiari, cerco di capire. Mi sembra troppo strano... eppure... sì, ce l'ha proprio con noi, con Nanetto e Fagiolino. Grida dal suo tavolo che dobbiamo farli smettere, che lei sta parlando di lavoro, che Nanetto urla da non riuscire a farli parlare, che Fagiolino continua a piangere, ma che sistema è?, basta distrarli un po', anche io ho i figli, che vi credete, ma i miei non si comportano così, ma che genitori siete, il bambino sta pure per terra!!

Io ho sentito il sangue arrivarmi al cervello e in un nanosecondo non c'ho visto più. Anche io le ho urlato qualcosa contro. Non mi ricordo neanche cosa ho detto. Qualcosa tipo "Signora stia calma, ma le pare il modo, ma lei ce l'ha i figli?". Lei continuava a urlare contro me e i miei figli. Ho preso su Nanetto e sono andata via. Ho detto a GF di prendere Fagiolino e venire via, che lì non eravamo graditi. Abbiamo lasciato i parenti e Fagiolina lì.
Però GF, prima di venire via, ha chiesto al cameriere se riteneva che la signora avesse ragione. E il cameriere ha detto che sì, la signora in effetti aveva ragione, che i bambini disturbavano.

Abbiamo aspettato di fuori (almeno nella piazzetta il panorama si poteva guardare facendo tutto il chiasso che si voleva) che il pranzo finisse. Quando i nostri familiari sono venuti via abbiamo raccolto le nostre cose e siamo andati via anche noi. Mia suocera ha pagato il conto completo. Nessuno sconto. Non una parola di scuse.

Adesso io ancora la mente fredda non ce l'ho, ma a me è sembrata una situazione orrenda. Disgustosa. Una stronza si mette ad urlare, da un tavolo all'altro, ai miei figli e a me e il cameriere le dà ragione!
Io non dico che i bimbi fossero dei santi. I bambini sono dei rompicoglioni, si sa. Pure io, quando non ne avevo, a volte ero parecchio infastidita da questi mocciosi urlanti che mi correvano intorno al tavolo. Ma MAI e poi MAI mi sarei sognata di avere una reazione del genere. Ti danno fastidio? Ti alzi e gentilmente vieni a chiedere che facciano più piano. Oppure chiami il cameriere e gli chiedi che ci dica di tenerli più calmi.
NO.
In questo ristorante di merda si tollera, anzi, si approva che dei clienti urlino da un tavolo all'altro contro dei bambini. Cosa significa questo? Che in quel ristorante i bambini non sono graditi. Perchè se accetti che ci siano dei bambini nel locale, accetti che ci sia rumore. E' inevitabile. I bambini sono così. Non sono dei pupazzetti inanimati che se ne stanno fermi  e compostini per 3 ore ad usare le posate da pesce. Oppure lo dici: "In questo ristorante non si accettano bambini". Però i cani sì.
MA DIMMELO PRIMA, NO? non mi guardare con quella cazzo di aria di disapprovazione, con quella puzzetta sotto il naso, non stare ad aspettare che mio figlio faccia la mossa sbagliata. Ma noooo, col cacchio che io, ristoratore, rischio di perdere dei clienti. Io faccio venire le famiglie con bambini, e POI le faccio sentire una merda, tanto ormai hanno consumato e gli tocca pagare.

Il bello è stato che mia madre, alla fine del pranzo, è venuta su e mi ha detto che avevo fatto male a rispondere in quel modo. Bè, forse sì, ma certo non avevo cominciato io.
Ci fosse una volta che mia madre si schieri dalla mia parte. Ma ci sono abituata. E' andata così per tutta la mia vita. Però speravo che si schierasse almeno dalla parte dei nipoti.
E invece se ne sono rimasti lì a magnà il loro pranzo mentre noi siamo andati fuori. Chissà, forse pensavano che in fondo la signora aveva ragione. Che dovevamo stare più attenti ai bambini. Che, come al solito, dovevamo correre per tutto il tempo dietro a loro, e ingoiare qualche boccone frettoloso qua e là. E allora perchè andare a pranzo fuori? Chi ce lo fa fare, di stare tutto il tempo col culo stretto perchè qualcuno potrebbe protestare, con sedie scomode, piatti scomodi, bagni scomodi, scale scomode?
Ah, ecco... siccome era pure il nostro anniversario di matrimonio avevamo pensato che, per un giorno, potevamo anche divertirci. Stolti.

Mai più.
Mai più un ristorante fighetto.
Mai più con persone che non hanno idea di cosa sia avere 3 bambini piccoli.

Secondo me una roba del genere in Svezia non sarebbe mai successa. Correggetemi se sbaglio.

P.S. Su tripadvisor farò presto la mia recensione del ristorante "La Torre" di Numana.

sabato 25 maggio 2013

Knit and tric: il mio nuovo shop on line

Questo 2013, nato con la voglia di fare cose nuove, di lavorare con le mie mani, di riscoprire le mie antiche abilità, prosegue. Da qualche giorno fotografo, fotoscioppo (ma non tanto...), taglio e ritaglio, aggiusto e classifico le mie creazioni per l'apertura del mio negozietto on line.



Oddio, chiamarle creazioni un pochino mi imbarazza, quando fino ad oggi li ho sempre chiamati lavoretti, come quelli dell'asilo. E continuo a chiamarli così, con i miei figli. Il mondo della creatività hand-made è amplissimo, pieno di artist* brillanti, di idee originalissime, di vere opere d'arte. Mi ci affaccio in punta di piedi, consapevole di essere totalmente imperfetta.
Ho aperto il mio shop su A little Market (un negozio online dove vendere e comprare esclusivamente oggetti fatti a mano) e si chiama Knit and tric.
Per il nome, ho pensato ai tips and tricks, un modo di dire anglosassone per indicare suggerimenti e trucchetti, piccoli escamotage per piccoli problemi quotidiani. Quelle cose che dici "ma come ci avranno pensato??".
I miei suggerimenti forse non risolvono problemi, ma possono rendere più piacevole la quotidianità: un collana che fa piacere guardarsi addosso, un segnalibro colorato, una scritta affettuosa. Tutte lavorate a maglia (=Knit), tricotin (=tric) o all'uncinetto, con le mie manine sante. :-)
Piano piano aggiungerò lavori al negozio, se vi va seguitemi e commentate.

lunedì 6 maggio 2013

La super colazione del lunedì: brownies vegan in tazza

Complice GF e la sua scoperta di un sito statunitense di tips and tricks, stamattina, appena rientrata dalla notte in guardia medica, mi sono adoperata per preparare una colazione coi fiocchi.

Da quando ho scoperto che i biscotti industriali, quelli che si comprano al supermercato per capirci, danno dipendenza,  cerco il più possibile di pensare a colazioni alternative a solito latte con biscotti. Dipendenza sì, proprio dipendenza: quando i miei figli cominciano a mangiarne uno non riescono per nulla ad autoregolarsi: se ne sbafano una cofana e sembra che non siano mai sazi. Sicuramente è colpa della percentuale esagerata di zuccheri raffinati che ci sta dentro. E che dire poi di quel vago sentore di cocco che si avverte mangiando certi prodotti? Chiaramente è il retrogusto di quei misteriosi "oli e grassi vegetali" (olio di cocco, olio di palma) presenti in tutti i biscotti. E poi a me sembra sempre di sentire i granellini di sale (che mettono in abbondanza come esaltatore di sapidità) sotto i denti. Oh, e non parlo di sottomarche. Anche in moltissimi prodotti bio, acquistati nei reparti alimentari delle erboristerie e cari come l'oro, sulla lista degli ingredienti si fanno scopertine imbarazzanti.
Le nostre colazioni sono per lo più ancora caratterizzate da latte (alterno latte di mucca a varie bevande vegetali di riso, di avena, di soia, di mandorla per i bambini, io e GF beviamo tè) e panificati (cerco di fare quando posso ciambelloni, plum cake e muffin in casa), che alterno a muesli, cereali, porridge, pancakes, budini (classici o di avena o miglio) e crostate fatti da me. I bambini amano ancora molto i biscotti, e quando non ho tempo per preparare altre cose li propongo mio malgrado, ma devo dire che accettano abbastanza volentieri le variazioni.

Stamattina, dicevo, ho sperimentato questa soluzione rapidissima e super-energetica: il lunedì ci vuole proprio!

BROWNIES IN TAZZA (RICETTA VEGAN)

50 g di farina (io ho usato 25 g di farina 0 e 25 di farina integrale bio)
20 g di zucchero integrale di canna (o anche meno, se vi piace sentire l'amaro del cacao)
2 cucchiai di cacao amaro (avevo il cacao Alce Nero bio... meraviglioso!)
1 pizzico di bicarbonato (facoltativo)
due cucchiai di olio di semi di mais
3 cucchiai d'acqua

In una tazza ho mischiato prima gli ingredienti secchi, poi ho aggiunto gli ingredienti liquidi e amalgamato il tutto. Poi -ecco il trick- ho messo la tazza in microonde alla massima potenza per 1 minuto e 50 secondi et voilà: un perfetto brownie da mangiare col cucchiaino, asciutto, morbido e cioccolatoso. Il microonde mi ha permesso di usare la tazza stessa in cui avevo preparato il dolce e non è stato necessario il tempo di pre-riscaldamento del forno tradizionale. Insomma, in meno di 5 minuti erano pronti 3 brownies caldi e profumati. Le dosi sopra sono per una tazza media, i miei bambini se la sono spartita in 2.
Secondo me, per una versione ancora più saporita, si potrebbe sostituire l'acqua con un latte vegetale (o con latte scremato) e aggiungere delle mandorle o delle nocciole tritate grossolanamente: nei prossimi giorni ci proverò.

Le foto non ho fatto in tempo a farle, pochi minuti e ci eravamo già pappati tutto!


giovedì 25 aprile 2013

Total Pink Faenza: il mio primo yarn bombing!

Per una volta vengo meno alla mia filosofia del "Pink Stink"!
Qualche tempo fa sono stata coinvolta da Gaia di Vendetta Uncinetta in un progetto di Yarn Bombing. Sapete cos'è? Avete presente quei matti/matte che durante la notte si mettono a rivestire di pezze di maglia o uncinetto alberi, panchine, colonne, statue? Ecco. Roba tipo questa:









L'11 e il 12 maggio a Faenza si svolgerà Total Pink: la città si rivestirà di rosa per parlare di donne. Al nostro gruppo è stata assegnata una colonna da rivestire, sulla quale applicheremo anche dei coni gelato, sempre a maglia.
Diciamo che quando ho deciso di partecipare pensavo che avrei fatto molto di più. Ma 3 figli, un lavoro, i corsi di maglia, il furto di borsello e documenti a Gf, lo streptococco e le varie influenze mi hanno fatto abbassare la cresta. Diciamo che quello che ho fatto è stato tutto il possibile. Però sono soddisfatta. Avrei voluto cogliere l'occasione per sperimentare qualche nuovo punto... ma vabè, sarà per la prossima.

Ho fatto 4 pezze, due a uncinetto:
una mattonella Granny Square...


... e un'altra mattonella Granny Square (che fantasia, eh?)



e due a maglia:
una piccola prova di lace knitting semplice semplice...



...e una falsa costa inglese bordata a uncinetto "a onde" (si chiamerà così??)


e 2 gelati:
un amigurumi a uncinetto con topping in tricotin e perline...



...e un cono a uncinetto con soft ice cream a maglia, sperimentando la tecnica del tubulare con 2 ferri circolari, terminando con i-cord



 Insomma, ecco la visione d'insieme:


Ok, i gelati sono stortignaccoli e le pezze poco rifinite, ma coi mostriciattoli che mettevano le mani ovunque lo posso considerare già un gran risultato. Però devo dire che mi piace l'idea di fare parte di un team, di un gruppo di gente che non si è magari mai vista, ma che si appassiona nel fare qualcosa insieme.
Poi, c'è tempo fino al 10 maggio... magari un fiorellino di abbellimento o un bordino di finitura riesco ancora a farli.
Rosa, naturalmente. Ma solo per stavolta.

P.S.: Ah, sì, le foto fanno proprio schifo. Ma ci hanno fregato pure la macchina fotografica!

giovedì 4 aprile 2013

Segni

Devo ammettere che sono molto preoccupata e triste.
La nostra Fagiolina, di solito piuttosto reticente nel raccontarci quello che fa a scuola (e viceversa, racconta poco a scuola di ciò che fa a casa) negli ultimi giorni, sempre più spesso, ha cominciato a lasciarsi sfuggire qualcosa. L'ultimo giorno prima delle vacanze di Pasqua, per esempio, mentre pranzavamo ci fa:
-Oggi ho pianto a scuola.
Noi abbiamo subito drizzato le orecchie. Fagiolina non piange quasi mai a scuola. Ce lo hanno confermato anche le maestre.
-E perchè?
-Perchè gli altri bambini mi prendevano in giro.
-E perchè ti prendevano in giro?
-Perchè io non sapevo il Natale.
Abbiamo tentato di capire meglio cosa significasse quest'ultima cosa, ma non ne siamo venuti a capo. Forse aveva confuso il Natale con la Pasqua? Forse non sapeva la poesia di Pasqua (ma a casa ce l'ha detta benissimo!)? Forse non sapeva le circostanze della nascita di Gesù?
Non siamo molto religiosi in famiglia, mentre la scuola dell'infanzia (privata) di Fagiolina è, proprio per statuto, di impostazione cattolica. Forse il fatto che a casa non catechizziamo nostra figlia fa sì che sia discriminata a scuola?
-Ma tutti tutti i bambini ti prendevano in giro? Che ti dicevano?
-Mi cantavano quella brutta canzoncina.
-Quale?
-"E. non la sa-a! E. non la sa-a!!"
Avreste dovuto vedere con che faccina ce lo diceva. Un po' tra il "voglio fregarmene" e il "mi dispiace" e il "ma perchè? perchè mi facevano questo??".
Fagiolina non è abituata alla competizione. Neanche riesce a spiegarseli certi comportamenti degli altri, ma capisce che c'è qualcosa di offensivo nei suoi confronti, e questo la addolora. Lei, il nostro treno in corsa, la nostra mangiasassi.

Ieri sera a cena, dopo il primo giorno al rientro dalle vacanze.
-A me non mi piace fare le schede. La maestra ci fa fare sempre le schede, io mi annoio.
Stiamo parlando delle schede di pregrafismo che, a quanto pare, da quest'anno sono entrate nel quotidiano della scuola. Bah.
-Tu glielo dici alla maestra che ti annoiano?
-Sì, però lei mi rimprovera sempre.
-E agli altri bambini piace fare le schede?
-Loro fanno sempre le gare. E poi mi prendono in giro, perchè io sono lenta.
-Ma a X (la sua amichetta del cuore) piace fare le schede?
-La maestra ha detto che X e io dobbiamo stare separate.
-Senti, ma tu lo capisci cosa devi fare nelle schede?
-No, io non lo capisco.
-Diglielo allora alla maestra che non hai capito...
-La maestra mi sgrida sempre.

Cosa dobbiamo cogliere da tutto questo?
C'è che mi dice che sono cose normali. Che non devo sentire solo la "versione" di mia figlia, ma anche quella delle insegnanti (certo, come se fossimo in un tribunale!!). Che magari Fagiolina ha interpretato male i fatti. Che le insegnanti hanno 28 bambini e non riescono a star dietro alle paturnie di ogni singolo. Che forse Fagiolina è un pochino immatura e fa fatica a seguire il programma (su questo... mah! Una bambina super-autonoma sotto tutti i punti di vista e poi "immatura" nel seguire i programmi scolastici. Sarà che i programmi non sono adatti alla sua età e lei, essendo meno arrendevole di altri bambini, quelli considerati "i bambini buoni" -schifosa definizione che qualcuno si ostina ad usare ancora- si ribelli all'imposizione?). Che forse Fagiolina fa per tutto il tempo comunella con X e tutte e due si isolano dal gruppo e non danno più ascolto a nessuno. Che tutto questo le serve a "farsi le ossa", perchè tanto prima o poi  nella vita le capiterà di incontrare la competizione e lo scherno.

Io e GF abbiamo un'altra versione.
Mi sembra che questa scuola voglia formare un esercito di bambini obbedienti e silenziosi. Che i bambini che restano indietro, i bambini che non capiscono, i bambini che semplicemente non hanno voglia (di star seduti, di scrivere, di fare le schede/letterine/compiti/ecc.) e vogliono giocare vengano derisi e/o sgridati. Che il principale obiettivo della scuola dell'infanzia, e cioè la socializzazione (non ce lo scordiamo!!!), sia stato completamente messo da parte e scansato dal dover preparare i bambini ad entrare trionfalmente, da vincitori, nella scuola elementare. Che il bambino che non sta al passo non viene accolto, ascoltato, preso per mano e aiutato. Che si umilia e spaventa un bambino in difficoltà con la minaccia di allontanare il suo "rifugio": l'amichetto del cuore. Che le gare e le competizioni (il preambolo dei voti) sono incoraggiate e non avversate.

Stamattina, come molte altre mattine, Fagiolina ci ha messo un secolo a vestirsi per andare a scuola. Voleva giocare a nascondino, l'ho inseguita per tutta casa, abbiamo giocato a rimpiattino per mezz'ora. E mi sono chiesta se questo non sia il suo modo di dirmi che a scuola non ci vuole andare. Non ha mai fatto una lacrima all'ingresso a scuola, quando entra va sicura come sempre. Ma da qualche tempo quando la riprendiamo ha un faccino serio.

Questi sono i segnali che la nostra bimba ci sta mandando. Questi sono segni che NOI non vogliamo sottovalutare.
Fagiolina non è felice.
Questo è un fatto.
Ditemi tutto quello che vi pare a giustificazione della scuola, delle insegnanti, dei comportamenti degli altri genitori e di conseguenza degli altri bambini. Ditemi quello che volete, ma Fagiolina non è felice. Ed è nostro DOVERE fare in modo che, a 4 anni, lo sia.

E allora la scelta diventa facile: cambiare.