lunedì 26 settembre 2011

Una passeggiata per i prati

Una domenica di inizio autunno in montagna. Abbiamo pranzato in una trattoria dove servivano delle porzioni GIGANTESCHE (le tagliatelle, ad esempio, erano sepolte sotto una montagna di funghi e salsiccia) e ci siamo strafogati. Risultato: all'uscita del ristorante abbiamo tentato di fare una passeggiata rotolare nei prati vicini. Solo che era appena passata una mandria di mucche.



Io: "No no, qua non possiamo passare Fagiolina. Ci sono tante cacche, le vedi? No, GF, non passare lì col passeggino di Nanetto, è pieno! Vieni via di lì Fagiolina! ATTENTA! Non pestare lì!!".
Non abbiamo trovato un po' di spazio libero.
Ci siamo dovuti arrangiare camminando lungo la strada.

Al ritorno, ripassando vicino al prato caccoso Fagiolina sentenzia:
"Non mi piace questo prato."
"Perché Fagiolina?"
"Eh, perchè è pieno di mmmerda!"

La nostra dolce principessina.

sabato 24 settembre 2011

Lavoro e famiglia; lavoro o famiglia?

In questi giorni ho ricevuto una proposta per una sostituzione ad un medico di famiglia della mia città. In quasi dieci anni dalla laurea è praticamente la prima volta che mi capita: ho sempre fatto sostituzioni in città vicine. Nella mia città i medici di base lavorano quasi tutti in associazione: ciò significa che quando sono assenti si sostituiscono l'uno con l'altro e non hanno necessità di chiamare dei sostituti esterni.
Mi è stato chiesto di lavorare per due mesi, quattro mattine e quattro pomeriggi a settimana. Il medico in questione ha più di 1500 pazienti, è un massimalista. Ciò significa che la paga, con ogni probabilità, sarà molto buona, e si andrà a sommare allo stipendio di guardia medica (di cui ho già i turni pronti fino a gennaio).
Un grosso impegno, ma anche un'ottima occasione. Non solo per lo stipendio, ma soprattutto perchè finalmente posso lavorare e farmi conoscere nella mia città. Chè il passaparola, in questa faccenda delle sostituzioni, è fondamentale. Infatti, anche in questo caso mica sono stata chiamata perchè sono la prima nella graduatoria dei medici sostituti di Continuità Assistenziale! Nooo, il suddetto medico mi ha contattata perchè una mia amica e collega gli ha fatto il mio nome!
Questa nuova proposta di lavoro mi sta mandando in crisi.
Ho passato un'estate molto faticosa, tra sostituzioni e guardie mediche; benchè non si tratti di lavorare in miniera, fare il turno di notte e correre in ambulatorio per tutta la mattina successiva e l'eventuale pomeriggio, diventa pesante. So cosa significa non avere un attimo di pausa.

Da quando ho concluso il corso di formazione in medicina generale le occasioni di lavoro sono aumentate vertiginosamente. Praticamente non sono stata mai ferma.
Per tanti anni la mia situazione lavorativa è stata talmente statica e deprimente che ora tendo a considerare ogni proposta come un'occasione irrinunciabile. A fare la schizzinosa mi sento in colpa, sia nei confronti di quella Marghe che un tempo si disperava per la mancanza di lavoro, sia nei confronti di tutti quelli che di questi tempi il lavoro non ce l'hanno o l'hanno perso.
Però, chissà se faccio bene?

Sento che la mia famiglia ne soffre. GF è in una periodo difficile dal punto di vista lavorativo. Non si sente certo di dirmi di rinunciare: i soldini che porto a casa, senza essere indispensabili, chè andare avanti si va avanti comunque (per fortuna), fanno però sicuramente comodo. Ma la mia assenza lo costringe in una situazione di stallo: fa il mammo quasi a tempo pieno (cosa che ama moltissimo fare, questo sia chiaro) e questo non gli lascia il tempo per studiare, per portare avanti i suoi interessi, per rimettersi in gioco nel mondo del lavoro. Lui (santo subito!) mi dice: "Stai tranquilla, io posso aspettare. Però stai attenta a non stancarti troppo". I bimbi sembrano sopportare bene, anche grazie alla cura costante di GF (e anche dei nonni), ma come posso sapere quali potrebbero essere le conseguenze a lungo termine delle mie assenze? I miei genitori cercano di aiutarmi il più possibile: spesso mangiamo da loro, spesso tengono Nanetto per qualche ora. Mia madre è la prima a dirmi di non rinunciare. Però anche loro la sera sono stanchi, li vedo.
Negli ultimi due anni, ogni volta che mi sono trovata di fronte a queste scelte mi sono detta: "Dai, facciamo uno sforzo. In fondo si tratta di poco tempo, solo qualche settimana". Solo che poi, concluso un impegno, se ne presentava subito un'altro, altrettanto allettante. Ed è stato così che mi sono ritrovata, ad esempio, a partecipare alle lezioni e ai tirocini del Corso 118 fino a 2 giorni prima di partorire Nanetto e ricominciare dopo una sola settimana dal cesareo. Salvo poi ammalarmi più e più volte, nei mesi successivi, perchè evidentemente il fisico mi stava dicendo "BASTA!".

Io che ho sempre pensato che i figli "chi se li fa, se li guarda anche".
Io che ho sempre pensato che non sarei mai stata una donna in carriera.
Io che ho sempre pensato che il lavoro deve piacere, certo, deve dare soddisfazioni, certo anche questo, ma sostanzialmente serve per portare a casa il necessario per vivere con dignità.

Mi trovo di fronte al solito dilemma. Quello che, prima o poi, tutte le donne vivono.
Che fare?

martedì 20 settembre 2011

Un pomeriggio di pioggia

Vabè, ancora non siamo ufficialmente in autunno, ma la pioggia non permetteva certo passeggiate di fuori. Per trascorrere un pochino di tempo nel pomeriggio, io e Fagiolina abbiamo fatto un collage che rappresentasse questa giornata:


All'Ikea ci sono dei meravigliosi pacchi di carta bianca e colorata super-economici che si prestano benissimo a questo uso. Ho fatto un disegno semplicissimo con le matite colorate, ho ritagliati i pezzetti di carta, li ho mischiati e ho lasciato libera Fagiolina di incollarli seguendo lo schema. Il lavoro per lei consisteva nello scegliere il pezzo del colore giusto (tra blu, verde e azzurro) e attaccarlo nella corretta posizione. Penso sia stata molto brava, e in particolare è riuscita ad incollare le gocce di pioggia precisamente sopra la traccia, mettendo anche la punta nella giusta direzione. Brava Fagiolina!

P.S.: Anche Nanetto ha apprezzato, mangiandosi allegramente i pezzetti di carta!

venerdì 16 settembre 2011

Fagiolina e le lacrime di Gesù

Credo che una delle maestre della Scuola dell'infanzia abbia raccontato a Fagiolina che Gesù e la mamma di Gesù piangono quando lei fa i capricci.
Fagiolina non ha ancora -giustamente- le idee molto chiare su chi siano questi due: la nostra casa è molto religion-free, e lei ha visto qualche crocifisso e qualche immagine a casa della nonna, la quale un paio di volte l'ha anche portata alla Messa. Cosa che le è rimasta tra l'altro molto impressa, tanto che ogni volta che vede qualcuno parlare da un podio o su un palcoscenico, ci chiede: - E' la Messa?-
Noi abbiamo deciso di non forzare in alcun modo la formazione spirituale dei nostri figli, a partire dal non imporgli un battesimo in una età in cui non sono in grado di scegliere: quando e se vorranno, saranno liberi di seguire la fede che desiderano. Non c'è manco bisogno di dire che tutto questo ha scatenato le ire e i pianti disperati della nonna-ex-catechista e la curiosità maligna di un'infinità di gente. Ma questa è un'altra storia.

Oggi GF, mentre la portava ai giardini, è passato davanti ad una chiesa.
Fagiolina:
-Babbo, è la Messa?
-No, quella è una chiesa, ma adesso la Messa non c'è.
-E' la casa di Gesù?
-...sì, in un certo senso.
-Gesù piange?
-Sì, Fagiolina.
- Ma piange sempre, Gesù?
-Ehm...
-Babbo, ma Gesù è proprio lagnoso!

Ecco, se l'avesse sentita qualcun'altro probabilmente l'avrebbe portata di corsa a lavarsi la bocca con l'acqua santa... ma a noi ci ha fatto morire dal ridere!

Nota più seria: questo ci dovrebbe anche far riflettere su quale immagine di Gesù viene data ai nostri figli: ma non potremmo raccontarglielo come una persona gioiosa, allegra, amorevole? Perchè ricordiamo solo la sofferenza di Gesù, anzichè il suo messaggio? Ma le avete mai viste certe immagini di Cristo col cuore sanguinante trafitto dalle spade in mano? A me sembrano terrificanti!

giovedì 15 settembre 2011

Primi passi

Pepperepèèè!!
Nanetto ha fatto i suoi primi passetti. Parecchio caracollante, ma li ha fatti.

Inoltre, ieri sera, dopo essersi incastrato dietro al divano ha cominciato a piagnucolare:
-Mmhh...ammmma...
Ce la voglio vedere io o ha anche pronunciato la sua prima parola?

Prove di scrittura

Fagiolina ieri sera sembrava molto interessata ad imparare le lettere dell'alfabeto:
-Mamma che cos'è questa?
-Una E.
-E questa?
-Una O.
-E questa?
...e così per dieci minuti.

Dopo altri dieci minuti la vedo che sta fingendo di scrivere con un bastoncino. Ad un certo punto comincia a infilarselo nell'ombelico.
-Fagiolina, che stai facendo?
-Scrivo, mamma.
-E cosa ti stai scrivendo dentro all'ombelico?
-CACCOLA!

Come inizio, non c'è male.

sabato 10 settembre 2011

Tutorial: i bavaglini con il nome

Nella luuunga lista di materiale da preparare per l'ingresso alla scuola dell'infanzia di Fagiolina, compare la voce:
-Bavaglino (possibilmente con elastico) e portabavaglino.
E poi si specifica che in entrambi è necessario scrivere il nome, "ben visibile affinchè il bambino, ma soprattutto le insegnanti possano distinguerlo".
Premesso che prima di una settimana fa non avevo idea che esistesse un coso chiamato portabavaglino (una specie di busta delle lettere di stoffa), ho scoperto tutto un mondo. Costoso. Ebbene sì, per un bavaglino (rigorosamente rosa, o azzurro, non c'è verso di trovarne di altri colori) + portabavaglino coordinato entrambi con inserto in tela Aida (ho scoperto anche 'sta cosa) da ricamare, i prezzi vanno dai 10 eurini ai, udite udite, 18 euroni. Se li vuoi far ricamare da qualche mano di fata, anche 20-23 euroni.
Io sono una schiappa a ricamare.
Nella mia gioventù, alla voce "economia domestica", la mia mamma mi insegnò a fare la maglia, l'uncinetto, a cucinare e stirare (male). Alle lezioni di ricamo devo aver bigiato di brutto. Inoltre, al momento non sono fornita di amorevole nonnina ricamatrice: mia madre 'sti giorni è uccel di bosco.
Quindi mi sono arrangiata con ago e filo e ho gli ho dato di punto-croce-a-modo-mio. Risultato accettabile/leggibile; tempo: 4 ore per 5 lettere (il nome più l'iniziale del cognome).
Ma che ce ne facciamo di un solo bavaglino? ne servirebbero almeno 3, se non 4.
Conti della lavandaia dottorina: 10 eurini x 3 = mutuo da accendere.
Ho deciso di porre un limite a questa follia.
Al super sotto casa ho comprato due enormi bavaglioni di spugna a 2,31 eurinini ciascuno e mi sono arrangiata con la fantasia.

Se c'è qualcuno che si trova nei miei stessi frangenti, ecco cosa ho fatto.
Materiale occorrente:
-bavaglini
-uno scampolo di feltro di colore in contrasto col bavaglino
-carta a quadretti
-forbici
E, naturalmente, filo e macchina per cucire.


Ho disegnato le lettere del nome sulla carta a quadretti, belle grandi, e le ho ritagliate.


Ho usato il modello in carta per disegnare le lettere sul feltro.


Ho ritagliato le lettere dal feltro.


Ho applicato le lettere sul bavaglino, alla giusta distanza,


e le ho fissate con gli spilli (se avete tempo/voglia, potete imbastire, viene meglio, perchè il feltro altrimenti si deforma un po').


Ora il difficile: cucite lungo tutto il bordo delle lettere in feltro con uno zig-zag piuttosto fitto ma basso, con un filo in tinta, o anche a contrasto, se vi piace. Magari fate prima una prova su un'altro pezzo di stoffa per scegliere bene l'altezza dello zig-zag.


Ecco il risultato finale:


Se siete brave, lo zig-zag farà un bell'effetto decorativo. Io non sono stata tanto brava: il risultato è parecchio stortignaccolo, ma il nome si legge certamente bene!
Fagiolina avrà sicuramente dei bavaglini unici, originali, come non li ha nessun altro (ho già sbirciato quelli degli altri!!). E così, anche se non sa leggere, saprà comunque riconoscerli.

Perchè, al contrario di quello indicato sull'elenco dei materiali, io voglio che sia sì la maestra, ma soprattutto il bambino a poter riconoscere le sue cose.

martedì 6 settembre 2011

Una ricetta di recupero: polpette di riso e ceci

Da qualche tempo io e GF abbiamo deciso di limitare il nostro consumo di carne, e riteniamo che questa scelta, oltre a far bene alla nostra salute, fa bene anche al nostro pianeta. Perciò praticamente nella mia spesa settimanale la carne non è più contemplata, tranne qualcosina per Nanetto. Fagiolina mangia la carne all'asilo, e l'assenza di carne durante la settimana è comunque ampiamente compensata durante i pranzi del week-end dalle nonne. Eh, le nonne: se fosse per loro si mangerebbe carne anche a colazione! Ma del resto, c'è da capirle: hanno vissuto la loro infanzia in tempi duri, e ora si vogliono godere l'abbondanza. Pertanto, da alcuni mesi sto cucinando piatti sostanzialmente vegetariani.
In questi giorni, ispirandomi alla giornata della cultura ebraica celebrata il 4 settembre, ho voluto cimentarmi in qualche nuova ricetta. Ho scoperto un blog di cucina ebraica e internazionale molto interessante e, piano piano, proverò qualche nuovo piatto.
Naturalmente mi devo anche arrangiare con ciò che offre il mio frigo, e oggi mi sono inventata queste polpette, che non posso chiamare falafel perchè ho fatto parecchie modifiche alla ricetta originale.

Ingredienti
per l'impasto:
due patate piccole, lessate e schiacciate con la forchetta
una scatola di ceci lessati
una tazza abbondante di riso lessato avanzato (io avevo il basmati)
un uovo per l'impasto
sale q.b.
un cucchiaino di lievito per dolci
spezie a piacere (io ho usato erba cipollina, cumino e prezzemolo)
per la panatura:
un uovo
pane secco da grattugiare

Ho frullato nel robot i ceci con il riso, l'uovo, il sale, l'erba cipollina e il prezzemolo. In una ciotola ho poi aggiunto all'impasto le patate schiacciate (non frullatele nel robot altrimenti diventa una colla orrenda), il lievito e il cumino (da non frullare altrimenti coprirà tutti gli altri sapori!).
Ho fatto delle polpettine appiattite e le ho passate nell'uovo e nel pangrattato. Le ho cotte in forno, perchè non volevo esagerare coi grassi, ma se le volete proprio porcellone le potete friggere in olio caldissimo!

Ecco il risultato:


Secondo me il riso rende l'impasto un pochino più "ruvido", le patate ammorbidiscono i ceci e il lievito aiuta a non avere delle polpette troppo "gnucche" (=dure come sassi). Servitele su un letto di insalatina.
Buone!!

sabato 3 settembre 2011

La scuola dell'infanzia: l'inserimento

Capitolo 1: Questione di nomi
Fagiolina ha cominciato l'inserimento alla scuola dell'infanzia. Che poi ho scoperto in questi giorni che si chiama così, quando ai miei tempi si chiamava asilo (nooooooo! Adesso per "asilo" si intende l'asilo nido!!), e poi si chiamava scuola materna. Ho fatto una testa così tutta l'estate a Fagiolina dicendole che sarebbe andata alla scuola DEI GRANDI, la scuola materna, e adesso non ho il coraggio di dirle che mi sono sbagliata e che si chiama scuola dell'infanzia. E poi, perchè non più scuola materna? Era troppo tenero, troppo fregnone? Meglio una spersonalizzata scuola dell'infanzia? mah.

Capitolo 2: Le voci di corridoio
Tutti, dico tutti, mi avevano avvertito: Marghe, scordati l'ambiente affettuoso del nido. Alla scuola dell'infanzia si cambia registro. Genitori più frettolosi. Classi più numerose. Meglio scordarsi coccole e attenzioni, o per lo meno, non darle per scontate. Alla scuola dell'infanzia si va per imparare.
Avete presente il passaggio traumatico dalle elementari alle medie? Ecco, il nido sta alle elementari come la scuola dell'infanzia sta alle scuole medie.

Capitolo 3: Insegnati e sostitute
Alla riunione preliminare che avevamo avuto un mese fa con le insegnanti avevamo scoperto che entrambe le titolari erano in gravidanza, per cui sarebbero presto andate in maternità, prima una e poi l'altra, e quindi per buona parte dell'anno ci sarebbero state delle sostitute. Le quali, presentandosi, non è che ci abbiano fatto tutta questa grande impressione. A parte il fatto che mentre si parla ad un pubblico non è carino tenere le braccia dietro la schiena e dondolarsi come una bambina che deve fare la pipì, abbiamo pensato: se sai che devi presentarti, che devi parlare a dei genitori che ti affideranno i loro figli, bè, almeno preparati due parole, mica devi scrivere un discorso, ma avere in mente qualcosa da dire, qualcosa di sensato, qualcosa che non sia una serie di ehm, che dire, insomma, cioè. La mia professoressa di italiano del liceo -buonanima- ci teneva a queste cose, e io ci faccio caso, ecco.

Capitolo 4: Scuola pubblica-scuola privata
Questa scuola dell'infanzia è privata. L'abbiamo scelta fra mille dubbi. Non siamo fan della scuola privata, in generale, ma in questo caso quella comunale non ci convinceva: lì figli di amici e conoscenti avevano avuto, secondo me, delle insegnanti poco attente. Abbiamo deciso di non pensare alle spese e cercare il meglio possibile. Ci siamo rivolti a questa scuola perchè ha un'ottima reputazione; perchè mia madre, insegnante elementare, mi aveva detto che i bambini provenienti da lì sono sereni, indipendenti e ben preparati; perchè anche le educatrici del nido ci avevano confermato che sarebbe stata un'ottima scelta. E' stato il mio asilo, ormai più di 30 anni fa. Fagiolina andrà nella mia stessa aula. Se durante l'anno dovessimo scoprire che paghiamo una paccata di soldi di retta per una scuola che neanche ci soddisfa, bè, ci girerebbero parecchio.

Capitolo 5: L'inserimento
Insomma, dopo aver preparato una vagonata di materiale da portare il primo giorno, eccoci giungere nella nuova scuola: giovedì 1 settembre, alle 9,30 io e Fagiolina facciamo il nostro ingresso.

Sono subito spaesata. L'insegnante che non doveva ancora essere in maternità non c'è. Riconosco solo una delle sostitute. Poi ci sono altre signore: sono mamme? Sono insegnanti? Nessuno si avvicina, nessuno ci accoglie, nessuno si presenta. I bambini che fanno l'inserimento con Fagiolina sono solo 3, per cui l'impegno per le educatrici non è talmente oberante da non potersi fare avanti e fare almeno un ciaociao con la manina.
Fagiolina, per fortuna, è tranquilla: si fionda sui giochi e non si accorge dei miei dubbi.
Mi siedo ad un tavolino, mi guardo attorno. Conosco i genitori di un altro bambino. Chiedo informazioni a loro: le due maestre sono entrambe in maternità, una tornerà a gennaio, l'altra dopo Pasqua, una delle sostitute è stata dirottata su un'altra classe, e quindi c'è la sostituta della sostituta. Me la indicano.
Mi alzo e mi presento. Ecco, ci voleva tanto?
-Fagiolina, questa è ***, è la tua maestra.- Ecco, le ho fatte io le presentazioni.
A quel punto si avvicina l'altra, mi dà la mano e anche un questionario da compilare.

Sì, lo so, sono pignola. Però certi dettagli sono importanti, rivelano molto.
Al nido l'educatrice ci incontrò personalmente qualche giorno prima, ci fece una lunga intervista per conoscere noi e Fagiolina, ci dedicò oltre un'ora di tempo. Quando Fagiolina entrò al nido, il primo giorno, l'educatrice sapeva già molte cose di lei e di noi.
Questa qua mi hanno messo un foglio e una penna in mano.

Fagiolina ha giocato, ha esplorato l'aula, ha litigato un po' con i suoi nuovi compagni. Le maestre hanno interagito molto poco con i bambini, con i genitori, tra di loro. Un po' osservavano (e questo va bene, è molto montessoriano), ma un po' sembravano annoiate. Sembrava che aspettassero che quell'ora passasse. Potevano strutturare un po' quel tempo, far fare un gioco, cantare una canzoncina. Sono state piuttosto passive. E fredde. E quando ne avranno 28, di bambini??

Il primo giorno sono stata in aula con Fagiolina un'ora.
Il secondo giorno è venuto anche GF, siamo stati con lei mezz'ora, siamo andati via e siamo tornati a prenderla dopo mezz'ora.
Da lunedì la lasceremo un paio d'ore.
Da martedì comincerà a fare anche il pranzo. Inoltre, da martedì entreranno altri 12 bambini.

Capitolo 6: Gli altri genitori.
Ancora piccoli dettagli, ma io e GF ci facciamo caso.
Alla riunione di un mese fa la maggior parte degli altri genitori chiacchierava ad alta voce nelle retrovie mentre le insegnati illustravano le attività della scuola. Alle nostre richieste di fare silenzio, perchè non sentivamo niente, hanno risposto con la massima indifferenza.
Venerdì, in aula, si parlava con le insegnanti del fatto che nella classe ci sono dei bambini anticipatari, che cioè entrano alla scuola dell'infanzia pur non avendo ancora 3 anni (e che non li compiranno entro l'anno). E una mamma ha commentato:  -Del resto, 'sti figli non si sa mai dove metterli!- A me i genitori che considerano i figli come dei pacchetti e, di conseguenza, l'asilo come un parcheggio, a me 'sti genitori stanno parecchio sulle balle.
E poi, quando il secondo giorno è stato il momento di lasciare i bambini un po' senza di noi, gli altri genitori se ne sono andati di nascosto, approfittando di un attimo di distrazione dei figli. Ma che, si fregano così i bambini? Li si tratta con così poco rispetto? Noi quando siamo andati via abbiamo preso Fagiolina da una parte, le abbiamo detto che saremmo andati via un pochino e poi saremmo tornati a prenderla. Fagiolina è stata tranquilla, ha detto -va bene- ed è tornata ai suoi giochi. Penso che andare via alla chetichella, di nascosto, crei nei bambini un  grande senso di insicurezza. Probabilmente pensano: -Ma come, se mi giro un attimo la mamma se ne va senza dire niente? Allora gli sto attaccato addosso come una cozza, così non mi frega!- Io penso che con i bambini bisogna essere onesti, sempre, e aver fiducia in loro. Le maestre queste cose dovrebbero saperle (ancora una volta, le educatrici del nido ci dissero di salutare sempre i bambini quando andavamo via, senza troppa enfasi o ripensamenti, ma di farci vedere), e invece non hanno detto niente!

Conclusioni.
Fagiolina sembra contenta. Dico sembra, perchè a leggerla con attenzione, si vede che non è completamente serena. In questi giorni è capricciosa, ha avuto delle piccole regressioni. Niente di preoccupante, penso sia tutto normale. Forse capta anche la nostra ansia, che noi cerchiamo di nascondere dietro l'entusiasmo che tentiamo di trasmetterle. Ma mica è scema, lo sappiamo bene. Fagiolina è esigente, sa quello che vuole. Non si accontenterà tanto facilmente.
Speriamo, speriamo bene!