domenica 30 settembre 2012

L'asilo nido: l'inserimento

Ed eccoci quasi arrivati al traguardo del primo mese di nido per Nanetto.
Mamma mia, quanto sono diversi i bambini! Ti sembra di esserti comportato con loro allo stesso modo, di aver seguito le stesse regole, i geni di mamma e babbo sono sempre quelli, eppure...
Mi dicevo: ci sei già passata con Fagiolina, che sarà mai questo inserimento? Vedrai che sarà più o meno lo stesso! Anche il nido è lo stesso!!

Eh, no!

Nanetto è tutto di un'altra pasta.
Nanetto è il nostro patatino buono, non è Fagiolina-carroarmato.
E così anche io, per niente avvezza ai pianti di commiato mattutino (Fagiolina non ha mai fatto una lacrima) ho assaggiato l'amaro calice. E fa male, uuhhh, se fa male!

Le tappe dell'inserimento sono state:
1° giorno: io e Nanetto siamo stati insieme un'oretta al nido. Lui ha preso un pochino confidenza con gli ambienti e i giochi e ha conosciuto la sua educatrice di riferimento; un paio di volte è tornato da me per prendermi la mano, per la maggior parte del tempo si è ciucciato l'adorato dito.
2° giorno: io sono entrata con Nanetto, siamo stati insieme mezz'ora, poi l'ho salutato e sono uscita dall'aula per un'altra mezz'ora. Sono rimasta in una stanza vicina con l'orecchio teso e non ho sentito strepiti di sorta.
3° giorno: entrata con Nanetto, saluto quasi subito, attesa fuori un'ora. Durante quest'ora ho sentito una decina di minuti di pianto, vicino alla porta. Che pena! La maestra mi ha poi detto che andava bene così, perchè sembrava quasi, nei giorni precedenti, che Nanetto non avesse realizzato cosa stava succedendo, e che quindi non avesse avuto modo di reagire. Il suo pianto significava che si stava rendendo conto della novità.
Ecco, diciamo quindi che dal quarto giorno in poi Nanetto ha reagito.

I pianti, purtroppo, si sono ripetuti quasi ogni mattina. E poi Nanetto non piange urlando e strepitando, ma fa una lagna, un lamento straziante che ti distrugge psicologicamente. Lo saluti, gli dici "mamma torna fra poco, adesso va a lavorare e poi viene a prenderti" e ti senti di schifo. Ti vengono tutti i dubbi del mondo. Pensi che sei un'egoista e lo sottoponi a questo strazio mentre potresti evitarglielo (potresti??) e tenerlo a casa con te. Lo lasci solo 3 ore, ma non passano mai!  Quando lo torni a prendere pendi dalle labbra dell'educatrice come se dalle sue parole dipendesse la vita o la morte. Desideri terribilmente che ti dica che, malgrado 5 minuti di lacrime iniziali, la giornata è poi andata liscia e serena, e il Nanetto ha giocato e si è divertito come un matto. Insomma... che ansia! E devi anche cercare di non trasmettergliela, perchè lui si accorge di tutto, e se si rende conto che non sei tranquilla, anche lui poi si sfiducia.

Vabè, per farla breve, pare che sia riuscita, in questa ultima settimana, a trovare la formula magica. Riti, riti e ancora riti. Tutte le mattine gli stessi riti. Nanetto nella ripetizione trova sicurezza e tranquillità. Si entra in macchina con il cappellino (che ormai è diventato il suo oggetto transizionale), lo prendo in braccio per uscire dall'auto, e mentre cammino dal parcheggio alla porta dell'asilo gli anticipo che andrò a lavorare, ma che tornerò presto presto a prenderlo (ho notato che se gli dico questa formula  al momento di lasciarlo, quando è con la lacrima sul ciglio, già non mi ascolta più). Poi gli faccio suonare il campanello. Poi salutiamo le farfalle e i pupazzetti dell'atrio. Poi gli faccio bussare alla porta della sua aula. Infine lo lascio nelle braccia della maestra, lo saluto, lo bacio e me ne vado piuttosto rapidamente, senza ripensamenti e sguardi all'indietro. Mi deve vedere sicura. Fiduciosa. Tranquilla. Ecco!
Insomma, solo quest'ultima settimana Nanetto non ha pianto all'ingresso (e neanche io, a casa).

Durante la giornata Nanetto gioca, prende (e dà, credo) morsi e botte, si sfoga in Stanza Magica, mangia con appetito. Dimostra tutta la sua insofferenza attaccandosi ai suoi oggetti: non vuole togliere MAI il cappellino, non vuole essere spogliato, non vuole essere cambiato. Povere maestre! Lo so bene che piccolo mostro può diventare quando non vuole togliere il pannolino sporco! Non parlando ancora non è facile per lui esprimere bisogni e fastidi, per cui è necessario, per noi adulti, imparare ad interpretare i suoi gesti e le sue richieste non verbali. Ma mi sembra che qualcosa si stia muovendo, e anche Nanetto sta imparando a farsi capire sempre meglio.

Insomma, 'sto primo mese l'abbiamo sfangata.
Mi è tornata la gastrite.
Era dai tempi della specializzazione che non avevo più la gastrite.

Ma non ci devo pensare, perchè  domani, lunedì, Nanetto dovrà avere ancora una volta al suo fianco una mamma sorridente e allegra, pronta a salutare farfalline e coniglietti e a traghettarlo verso mille nuove fantastiche avventureeeee!!!

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