mercoledì 6 aprile 2016

Rido e piango insieme

Ore 12,40 di un mercoledì di aprile. Squilla il telefono e vedo che il numero del chiamante inizia con +45: Danimarca. Faccio la figa e non mi faccio cogliere impreparata, rispondendo con un: "Hello, Margherita is here!"
"Buonciorno, io chiamo perchè so che avete delle domande per noi sulla scuola di Esbjerg".

Mi cade la mascella.

Il Comune di Esbjerg, come tante altre città danesi, ha un ufficio dedicato ai newcomers, per aiutare i nuovi arrivati a stabilirsi confortevolmente nella città. Durante i recruitment days fatti a gennaio a Esbjerg, la Regione Syddenmark e Workindenmark (le Agenzie che, di fatto, mi hanno offerto il lavoro) mi hanno fatto conoscere la responsabile del Newcomer's Service, con la quale siamo in contatto per tutto ciò che riguarda documenti, housing e scuole. Lei stessa, dopo averci chiesto le nostre preferenze riguardo la zona dove abitare, ci ha consigliato la scuola e il quartiere più adatto a noi. Ha contattato la scuola, inviando la richiesta per l'iscrizione nella receiving class (dove i bambini che non parlano danese sono inseriti per il primo anno, per facilitare loro l'apprendimento della lingua).
E oggi la scuola ci ha chiamati, per mettersi a nostra disposizione!

Fagiolina e Nanetto andranno in classe insieme, una classe di 12-15 bambini. Orario: 8-14.
"C'è da acquistare qualcosa, tipo libri, penne, quaderni?"
"No, forniamo tutto noi!"
[e mi viene da pensare alle 2 pagine di lista di materiale scolastico da comprare anche per l'asilo, qua in Italia]
"C'è da mettere un fondo cassa, tipo per gli acquisti della classe durante l'anno?"
"No, da qualche anno qua in Danimarca non è più legale dare soldi alla scuola pubblica."
[e mi viene da pensare che ci è toccato mettere un fondo cassa per fornire i bambini di acqua e carta igienica. Per non parlare del "contributo volontario"/obbligatorio che paghiamo ogni anno alla scuola elementare]

"I bambini devono portare il pranzo?"
"Sì, possono portare quello che vogliono. Faranno 2 pause durante la mattinata, perchè si sa, sono BAMBINI, e devono uscire tutti i giorni."

Occhi umidi.

"E devono avere un abbigliamento particolare? una divisa? o forse tutine impermeabili per stare fuori?"
"No no, nessuna divisa! Sì, una tuta impermeabile può essere una buona idea, perchè qua i bambini escono anche se piove...."

"Alla fine di giugno saremo ad Esbjerg per trovare la casa, sarà possibile venire a visitare la scuola?"
"Ma sì, certo, siete i benvenuti!!"

Lacrimuccia che mi si affaccia al ciglio.

"E...dobbiamo portare dei documenti, qualcosa per l'iscrizione?"
"Ma no, state tranquilli. I bambini hanno già il loro posto!"

"Io...io... ti ringrazio tantissimo, sei stata molto gentile! E... tu sei un'insegnante della scuola?"
"Ma sì!! IO SARO' L'INSEGNANTE dei tuoi bambini! Per me è stata una bellissima sorpresa sapere che ci saranno due bambini italiani nella classe!!"

E lì altro che occhi a cuoricino, io non sapevo più se ridere o se piangere.

NON SOLO la municipalità si è occupata di trovare la scuola adatta alle nostre esigenze, verificare che ci fosse posto nella receiving class e iscrivere i nostri bambini, MA la scuola si è procurata di CHIAMARCI per rispondere ai nostri dubbi, trovando un'insegnante che parlasse anche italiano (per essere sicuri di capirci bene), rendendosi disponibile per altri chiarimenti e per una visita guidata tutta per noi. 

Vabè, io non faccio altro che chiedermi dove sia l'inc..ata, perchè sembra TROPPISSIMO bello.

Boh, saranno per caso cattivissimi coi bambini??


1 commento:

  1. Che bello! Che tipo di lavoro farai, medicina generale? Oppure userai la specializzazione in malattie infettive?
    Carla

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