sabato 17 settembre 2016

Primo mese

Un mese fa giungevamo in Danimarca. Mi ripeterò, ma sono accadute talmente tante cose che sembra una vita fa. 
Io e GF abbiamo iniziato il corso di danese il 1 settembre. E' MOLTO impegnativo: 6 ore di corso al giorno e alla fine usciamo con feroci mal di testa. Inoltre, mi sembra di essere tornata al liceo, con GF che fa una domanda dietro l'altra all'insegnante, che fra un po' avrà il terrore di porre il fatidico "ci sono domande?" alla fine della lezione. Diciamo che GF non si lascia scappare l'occasione di mitragliarla. Comunque, tra una pausa caffè e l'altra (ma quanto caffè bevono questi qua??), le giornate procedono di gran carriera. A confronto degli anni universitari in cui letteralmente correvo tra le aule e l'ospedale mangiando (se andava bene) un panino per strada qua è tutto relax. E stare lontano dai pazienti per qualche mese è un toccasana per il mio burnout. Il mio dovere al momento è solo IMPARARE, la mia responsabilità è stare attenta, arrivare puntuale (puntuale per davvero eh, ritardare solo 3 minuti non è acceptable) e fare compiti...una passeggiata di salute a confronto degli ultimi, estenuanti, tempi al lavoro. E poi dormo tutte le notti a casa (anche se ancora sui materassi gonfiabili... pare che l'Ikea sia un tantino lenta a fare le consegne) e sono libera tutti i weekend!

La nostra insegnante è una macchina da guerra, al solo sentire il suo nome (la conosce tutto lo Julland, pare) tutti ci guardano un po' ammirati e un po' preoccupati: "aahhh, è M. che vi insegna!! allora ci credo che state faticando!". Il corso proposto dal Kommune (250 ore gratuite sono previste per tutti i Newcomers) a confronto del suo è un brodino leggero. La Regione ha fatto un grande investimento nel pagarmi questo corso (anzi... mi pagano per partecipare al corso), e la possibilità che anche GF partecipi (in quanto facente parte dello Spouse Program come coniuge di un medico) è un grande privilegio.
Ce ne siamo resi conti una settimana fa. GF è stato invitato ad un ciclo di incontri orientati alla ricerca del lavoro rivolti ai Newcomers del Kommune di Esbjerg. Per partecipare ha chiesto di poter essere assente un giorno al corso di danese: M. è stata scontenta, ma quella che ha l'obbligo di frequenza sono io, lui ha facoltà di scelta. Beh, per GF l'incontro con gli altri expat è stato interessante per l'argomento in sè, ma ancora di più per il confronto con altri immigrati, i quali pur stando qua da anni non parlano ancora danese. Molti di loro (ingegneri, informatici, ecc...) se la sono sempre cavata con l'inglese e l'hanno ritenuto sufficiente. La loro sensazione è che imparare una lingua difficile come il danese non sia indispensabile, visto che qua tutti parlano anche inglese. E forse non lo è, in effetti, in alcuni lavori. Ma a nostro avviso (e anche secondo tutti i job-adviser di qua) se non sai parlare non puoi nemmeno sperare un minimo di integrazione, di conoscere la cultura del Paese in cui vivi. Di capire -che so- cosa dicono durante la riunione scolastica dei genitori o ad uno spettacolo teatrale. O i tuoi figli quando cominceranno a parlare in danese tra loro. E se neanche ci provi forse agli occhi dei locali sei solo uno con la puzzetta sotto il naso che viene qua solo per soldi, senza alcun reale interesse a viverci per davvero. In fondo, non è lo stessa cosa che diciamo noi italiani degli immigrati di lungo corso in Italia? GF si è ritrovato a sapere, dopo solo due settimane di corso, più danese di persone che stanno qua da due anni. Insomma, siamo stanchini, facciamo i compiti dopo cena, non abbiamo tempo a volte manco di fare la spesa, ma già cominciamo a vedere i primi frutti: capiamo qualche frase alla radio, esprimiamo qualche concetto elementare. Certo, tornare a parlare come dei bambini di 2 anni non è piacevole, ma ci vuole un po' di autoironia.

Fagiolina e Nanetto sono entusiasti della scuola, non si riesce a cavare loro una parola di bocca su cosa effettivamente facciano ("ma leggete? scrivete? avete imparato delle parole nuove??"...niente, omertà assoluta), ma per ora ci accontentiamo di vederli sereni e allegri. Fagiolina, in particolare, continua a ripeterci quanto sia felice della scuola qua, ogni tanto si confonde e le sembra di essere ancora in vacanza! Rivedere la serenità nei suoi occhi è una gioia immensa.
Fagiolino invece queste ultime due settimane ha cominciato ad accusare il colpo. Grandi pianti e addii strazianti quando lo lasciamo alla mattina al kindergarten. C'è da ammettere che anche lo scorso anno ogni tanto piangeva all'asilo, i primi mesi. Ma qua la cosa ci fa sentire molto più in colpa, immaginandolo solo e incompreso in classe. Tuttavia quando lo riprendiamo sembra molto tranquillo, e le maestre e maestri ci confermano che è partecipe, allegro e anche rubacuori: pare che tutte le bimbe se lo contendano. Lo hanno definito "brillante". Lo ritroviamo zozzo lercio come un porcello, segno che si è divertito un bel po' a ruzzolare, arrampicarsi, scavare e pasticciare. Ha cominciato a cantare qualche canzoncina, ma a casa è reticente pure lui nel raccontare.
Ci hanno raccontato che piuttosto che imparare lui il danese, sta insegnando l'italiano a tutta la scuola. 


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