mercoledì 16 gennaio 2013

Il mio progetto per il 2013

Sono assente dal blog perchè ho dato vita ad un nuovo progetto. Sferruzzando alcuni regalini natalizi mi sono detta: "Ma da quanti anni lavoro a maglia? Trenta?". Eh, sì, in effetti mia madre mi insegnò che avrò avuto 7-8 anni. Anzi, mi regalò, proprio per Natale, un libro con le spiegazioni per realizzare delle bambole a maglia. Ancora ce l'ho, con la mia firma incerta nel retrocopertina. Tanta fu la voglia di "fare" quelle bambole, che mi misi d'impegno (o di tigna) e imparai. Prima diritto, poi rovescio. E poi, nel corso degli anni, un po' con l'aiuto di mia madre, un po' da sola, sbagliando, disfacendo e rifacendo, ho imparato tante altre cose. E allora, sempre sferruzzando, mi sono chiesta: "Ma perchè non condividere queste mie fatiche di semi-autodidatta? Perchè non insegnare ad altre il lavoro a maglia?".
Ho lanciato la mia proposta su Facebook e... magia del web! Un successone: sono fioccate un sacco di richieste.
Mi sono appassionata da matti a questo progetto. Si parte con un corso per principianti assolute, ma ho anche un sacco di idee per un corso intermedio, qualche workshop, uno knit-cafè. Magari qualche video su youtube.
Io sono fatta così: amo i lavori creativi ma anche ripetitivi, mi piace la maglia, l'uncinetto, il telaio, la caterinetta, ma anche fare i puzzle. Mi rilassa. Mi concentra e mi distende insieme. E mi piace vedere che ho creato qualcosa con le mie mani.


The Knitting Party:
lavoriamo a maglia!

1° corso di maglia a ferri
per chi non ha mai tenuto i ferri in mano,
per chi vuole rispolverare i ricordi di bambina/o,
per chi vuole sferruzzare in compagnia! 


(questa è l'intestazione della locandina del corso)

Ieri ho fatto la prima lezione. Ero molto molto emozionata, non ci avevo dormito la notte.
Non so, tutto questo ha un carico emotivo particolare, per me.
Sarà che mi smuove i ricordi d'infanzia.

E non vedo l'ora che i Fagiolini (tutti, maschi e femmine) siano abbastanza grandi per imparare. Già la Fagiolina mi chiede di insegnarle a cucire, e io le ho messo un grosso ago in mano, un pezzo di stoffa e un filo, e le ho fatto vedere come si fa.
E guardate qua che cosa ho trovato (fonte: http://www.ilmondodiru.it/?page_id=45):

Nella Pedagogia Waldorf il bambino non deve semplicemente essere occupato ma creare, si desidera che impari a fare cose sensate, a progettare, realizzare e finire un’opera che sia un telaio, un cappello lavorato ai ferri o una camicia cucita. Tutte doti utili nella vita quotidiana e nel lavoro. Le mani mediano fra capo e piedi, vale a dire tra Terra e Cielo, fra movimento e pensiero. Pertanto le attività delle mani, i lavori manuali, riuniscono ambedue le parti e servono a tutte e due. 
Nelle Scuole Waldorf- Steiner si inizia a far lavorare i bambini dell’asilo con il Telaio, il loro modo di lavorare ci dirà molto sulla loro maturità, difficoltà e talenti. Spesso un bambino con problemi di linguaggio faticherà un poco a tenere in ordine il filo e a seguire la ritmicità ed alternanza del sopra- sotto. Con i tessuti si creeranno delle piccole borse, copertine o arazzi. In prima classe i bambini sperimenteranno la Maglia da dito che introduce al lavoro a maglia vero e proprio. I bambini costruiscono i ferri da soli tagliandoli a misura e levigando dei tondini di legno, facendogli la punta e mettendo una pallina di cera in fondo affinchè il lavoro a maglia non esca. Questa attività dona molta gioia ed è per loro una tappa importante, lavoreranno a maglia: stanno crescendo!


“Rudolf Steiner ha messo in evidenza quanto sia importante fare la maglia. Con questo lavoro i bambini sperimentano come per mezzo di determinati movimenti delle mani e dei ferri da calza, col filo, si fa una maglia e con quest’ultima una successiva fintanto che alla fine diventa un utile tessuto intrecciato in cui una maglia di filo è sorta dall’altra e dipende da essa. Guai se una di esse non tiene, subito si forma un buco. Un tessuto fatto così può essere sperimentato addirittura come l’immagine fisica del processo del pensiero. Anche in esso un pensiero deve procedere dall’altro, non si deve rompere, non deve presentare lacune se l’insieme deve sussistere. Il bambino impara a fare la calza in un’età in cui un tale lavoro di pensiero non può esistere, anzi nuocerebbe. Possiamo dunque dire che impara a tutta prima a pensare con le mani. Molto più tardi, nelle classi medie e poi superiori, quando i ragazzi imparano ad esercitare un pensiero autonomo, il precedente aiuto delle mani, il far la calza appunto, ma non solo, renderà buoni servigi. Il prodotto finito, il lavoro finito, è per i bambini un premio per lo sforzo compiuto precedentemente. Tuttavia esso deve avere, come già detto, il suo collocamento sociale ed utile. In tal modo vengono risvegliati in lui importanti sensazioni sociali. Così si passa man mano dal gioco al lavoro. Come nella scuola si passa dal gioco all’arte, dall’arte all’artigianato fino a specializzarsi.” (Margrit Frey- Arlesheim)
Rudolf Steiner sintetizzava così: ‎"Lavorare a maglia insegna a pensare." 
Mica male, no?